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Libro vincitore del Premio Maretica 2022. Cosa si prova a salvare vite nel Mediterraneo? Per capirlo puoi solo salire a bordo.
«Nel Mediterraneo la vita la cerchi, la perdi o la trovi, e questa riduzione all'essenziale è potentissima. Senza orpelli, senza scappatoie, ti lascia a nudo confronto con una nuda alternativa, ti spoglia come l'acqua. Ma la chiave per capirlo non è il sentimento della morte. È il sentimento della vita».
In questi anni, le navi delle Ong che soccorrono i migranti sono state al centro di polemiche e narrazioni ostili. Ma pochi conoscono quello che succede davvero a bordo. Caterina Bonvicini e il fotoreporter Valerio Nicolosi sulle navi umanitarie ci sono saliti, navigando per settimane e settimane, gomito a gomito con l'equipaggio. Sono stati ore a scrutare l'orizzonte, con l'ansia che conosce solo chi ha paura di scambiare un'onda per un gommone. Sono scesi a pelo d'acqua sul rhib e hanno partecipato ai salvataggi. Hanno sentito quanto valgono il sorriso di un bambino e l'abbraccio di una donna quando si rendono conto di essere finalmente in salvo. E in queste pagine ci raccontano, con parole e immagini, le storie di chi ha deciso di inventarsi un'altra Storia, diversa da quella che ci vuole tutti cinici e indifferenti. Soccorritrici e soccorritori, spesso giovanissimi, che hanno scelto di trovare la propria ragione di vita in un mare sterminato.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro forte che presenta situazioni drammatiche cercando di analizzarle dal punto di vista sociale e con uno stile giornalistico eccellente. Fa comprendere come opera la politica in queste situazioni, fa comprendere le situazioni geopolitiche e spiega in modo semplice i vari concetti di diritto della navigazione, oltre a far sviluppare un forte senso di empatia.
Un libro che si legge come un romanzo ma che fa capire tantissime cose di politica, geopolitica, marineria...ma soprattutto stimola l'empatia senza scadere nello sdolcinato. Un libro forte che sobriamente presenta situazioni drammatiche cercando di analizzarle dal punto di vista sociale e con uno stile giornalistico eccellente. Una piccola pecca: la copertina che secondo me non attira proprio quel pubblico che dovrebbe sensibilizzare. Purtroppo con una copertina così rischia secondo me di essere scartato per l'appunto come "propaganda ONG" (parole, purtroppo, di mio padre). Non fatevi accecare dalla propaganda mediatica pro/contro e leggetelo per davvero, anche e soprattutto ai ragazzi, per creare una vostra opinione sul soggetto! Caterina Bonvicini complimenti per questo saggio favoloso.
Un libro crudo che apre gli occhi di fronte alla cattiveria dell’essere (dis)umano, al puro egoismo dettato dai soldi e dal voler giocare con la vita altrui, diritto non riconosciuto a nessuno. La grande sensibilità ed empatia di Caterina mi ha fatto rimanere incollata fino all’ultimo capitolo intitolato ‘Epilogo’, struggente, disarmante, umano. Ho apprezzato la verità con cui racconta di vicende mostruose, e di come metta i responsabili davanti alle loro colpe senza giri di parole. Una testimonianza sincera, reale, affidabile, di come la vita vuole vivere, di come in situazioni l’istinto di sopravvivenza è tutto, di come a volte basta solo ascoltare gli altri e sorridere sinceramente. Di come molti di noi siano fortunati a vivere in paesi dove sì i problemi ci sono, ma non alla stessa stregua delle disumanità libiche o dei problemi che affrontano i migranti. Questo libro fa pensare a quanto manchi l’umanità nei rapporti interpersonali, e a come dall’altra parte certi volontari mettano in gioco tutto se stessi, vita compresa, per salvare chi scappa, chi sta morendo… è straziante leggere alcuni passaggi, si arriva alla fine della frase o del capitolo con il cuore che batte forte e gli occhi lucidi. È un libro che tutti dovrebbero leggere. È un pugno allo stomaco, ma c’è tutto il mondo che non si conosce. Apre gli occhi sulle operazioni di soccorso in mare, sul traffico dei migranti, su alcune dinamiche italiane in riferimento alle Ong, alle situazioni che devono affrontare i soccorritori, alle condizioni fisiche dei migranti e politiche del paese che lasciano (la situazione libica, solo per citarne una, è agghiacciante). Fa entrare dentro al problema, permettendo di vederlo non più dall’alto o attraverso i mass media, ma attraverso il proprio senso critico e l’esperienza diretta di chi l’ha vissuta. Fa pensare a come tutte le parole abbiano un significato, un mondo dietro. Alle persone che ci sono dietro. Infine, le foto di Valerio Nicolosi parlano da sole.
Recensioni
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