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In questa edizione, vengono riportate soltanto le prime tre delle cinque meditazioni di Husserl. a cura di Natalini, docente di Liceo, che le fa precedere da una lunga introduzione circa il pensiero del filosofo, le correda di sintesi esplicative all'apertura ogni paragrafo a sua volta contrassegnato da note altrettanto esplicative e rinvii a inserti di Cartesio e di Ingarden, discepolo di Husserl, che aveva avuto modo di criticare in maniera analitica le stesse meditazioni esclusa la quinta. Il libro si conclude con commenti antologici di alcune personalità (Heiddegger, Levinas, Sartre, Merleau‑Ponty, Banfi e Paci). Dalla lettura si evince che Husserl vuole chiarire la propria svolta trascendentale già presente nelle Idee. Per poter fondare le scienze, ma anche lo stesso terreno da cui esse sorgono, il mondo della vita, bisogna partire dal fondamento indubitabile in quanto condizione della pensabilità, ovvero dall'ego trascendentale, che si pone nella sua intenzionalità verso l'evidenza, in cui il rapporto noetico-noematico si costituisce nelle sintesi genetico temporali del cogito medesimo. Non vi è un in sé da cercare, come vorrebbe Cartesio, attraverso un cogito altrettanto naturale e circoscritto psicologicamente, ma una coscienza trascendentale alla quale tutto diviene correlativo perché esperito dalla coscienza medesima nell'evidenza e nella costituzione del senso. Umilmente credo che qui Husserl raggiunga il vertice del suo proprio idealismo rischiando un solipsismo non solo euristico, come richiesto dalla riduzione trascendentale, ma anche ontologico, come imperterrito gli ricorda lo stesso Heidegger. Per quanto riguarda l'apparato didattico che accompagna le Meditazioni si è rivelato utile, certo, ma fino a un certo punto, perché in alcuni tratti è poco chiaro, a dirla tutta i concetti risultano un po' densi e poco svolti, forse poco pertinenti se penso che tale didattica sia indirizzata a una quinta del Liceo. Nell'insieme 6,5.
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