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« Prendi una donna, dille che l'ami [...] e stai sicuro che ti lascerà [...] Prendi una donna, trattala male [...] E allora, sì, vedrai che t'amerà. » ⠀ Scommetto che tutti, come me, avete letto queste frasi cantandole in testa! Del resto, queste canzoni sono state protagoniste del panorama musicale italiano dello scorso secolo e, ancora oggi, le cantiamo. Fanno parte della musica pop - "popolare", appunto - e che hanno, come caratteristica distintintiva, ritornelli molto orecchiabili e che restano facilmente nella mente! Proprio queste canzoni, con protagoniste donne amanti, mogli, fidanzate, esseri irrangiungibili... sono il punto di partenza della riflessione di Riccardo Burgazzi, nel suo ultimo saggio: Il maschilismo orecchiabile (Prospero Editore). ⠀ Burgazzi ha deciso di prendere in esame le canzoni più popolari (riguardanti la figura femminile) della musica leggera italiana, nell'arco temporale che va dagli anni Cinquanta (circa) del secolo scorso, agli anni Duemila. Egli sostiene come le parole presenti in queste canzoni, facilmente memorizzabili, in realtà - magari in maniera inconsapevole - condizionino il nostro modo di vedere la società in cui viviamo. In breve, come gli schemi culturali e sociali, siano - tuttora - troppo ancorati ad una visione maschilista dell'universo femminile e di come, queste canzoni - con i loro motivetti "orecchiabili", influenzino di conseguenza la nostra visione relariva all'argomento. ⠀ Riccardo Burgazzi, con un linguaggio ironico e diretto, ci porta in un viaggio attraverso decenni, visioni e ritornelli e ci accompagna nella riflessione su quanto una famosa (e bella, per carità!) canzone, possa svelare sull'opinione popolare riguardo ad un determinato argomento, in questo caso la visione del ruolo della donna nella nostra società, ieri come oggi.
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