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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2012
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Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Tra i titoli meno fantascientifici di Dick, merita comunque una lettura. California anni 50, gli intrighi amorosi di Mary, le difficoltà nell'incastrarsi nei meccanismi di una società fatta di aspettative che raramente combaciano con la realtà del singolo.
Mary e il gigante rappresenta il tentativo di uno dei più iconici esponenti della letteratura di genere di affrancarsi appunto dal proprio genere, per aspirare ad una forma di letteratura universalmente ritenuta più alta. Il risultato è interessante. Il valore dell'opera è indiscutibile, malgrado all'epoca gli editori l'avessero rifiutata ed essa sia stata pubblicata postuma, più di 30 anni dopo. L'interesse non risiede solo nella scoperta di un aspetto inedito della personalità e del talento creativo di Philip Dick, ma essenzialmente nell'approfondimento di una visione del mondo e dell'essere umano di uno degli autori più anticonvenzionali e originali della letteratura contemporanea.
Non è uno dei titoli più conosciuti di K.Dick. e forse non uno dei meglio riusciti, ma è fondamentale per avvicinarsi alla costruzione del suo immaginario. Rispetto ad altre opere in questa l'universo fantascientifico è meno presente e il focus è su una vita "domestica" Se vi siete appassionati alle contorte figure femminili dell'immaginario di Dick questo libro vi amplierà i suoi orizzonti.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una generazione di giovani insolitamente maturi, in qualche modo più adulti di quanto lui trovasse ragionevole. Schietti, senza pietà, non riuscivano a rispettare niente e nessuno... in cerca di qualcosa di abbastanza reale in cui credere: in cerca di qualcosa degno del loro rispetto.
Questo romanzo giovanile di Dick, scritto negli anni Cinquanta, ha vissuto parecchie traversie prima di essere pubblicato. Eppure rappresenta, alla luce di tutta la produzione successiva, un importante anello della evoluzione stilistica e tematica di questo scrittore. Pur essendo considerato un autore di culto nell'ambito della fantascienza (per lo meno di una particolare tipologia di fantascienza molto problematica e prevalentemente pessimista), Dick si è sperimentato anche in alcuni romanzi fuori dal genere e tra i primi appare appunto Mary e il gigante.
Già dal titolo è evidente il carattere fiabesco e paradigmatico dei personaggi: Mary è la fanciulla, Biancaneve, l'eroina che viene messa alla prova; il gigante è il tentatore, l'uomo (anche quello piccolo e magro), il seduttore, l'antagonista. Così nell'economia del racconto la "ragazza dai capelli neri", che rimarrà nelle fantasie di Dick come simbolo della femminilità, appare il filo conduttore di una narrazione che centra l'interesse sull'America degli anni Cinquanta, perbenista e malsana, gretta e corrotta, che non dà spazio alla speranza (il lieto fine, corretto dall'autore rispetto alla prima stesura, è quasi giustapposto e denso di una ironia amara che sfocia nel grottesco) e che, purtroppo, sotto molti aspetti rispecchia il momento attuale, di riflusso, più che gli ultimi decenni del secolo Ventesimo. Mary è una ragazza che vaga da una situazione all'altra, senza radici e, pur nella sua ingenua seduttività, prigioniera di un desiderio di affetto e di protezione che si dimostrerà costantemente frustrato: tutti, dal padre agli amici, agli incontri casuali, cercheranno di farle violenza e lei o con la fuga o con una strana forma di complicità delusa, giocherà costantemente con la sua e l'altrui sessualità. E se l'ordine, in una realtà disordinata e caotica, è l'aspirazione profonda di tanti personaggi della produzione successiva di Dick, quello qui presentato è un ordine solo apparente, formale, a cui è sufficiente togliere una superficiale patina per scoprire il caos morale e comportamentale.
È in una California autentica e non edulcorata, presentata con forte realismo e gusto del particolare, che vagano i personaggi di questo romanzo, è là che nasce anche una particolare sensibilità musicale e sorgono luoghi in cui, senza nessuno scopo commerciale, è la musica, il suono (anche le parole e i loro suoni hanno molta importanza nella scrittura di Dick) ad avere il predominio. Ma a certe tensioni culturali innovative fa da contraltare uno strisciante razzismo che pone i personaggi di colore come tendenzialmente rifiutati o, per lo meno, osservati con sospetto dalla collettività bianca californiana. Gli elementi narrativi che si intrecciano vengono talvolta risolti in grottesche deformazioni dell'apparente, così che lo spaesamento può essere correlato al realismo, la verginità e la purezza alla sessualità più corrotta (non c'è traccia però di immagini fortemente erotiche), il bisogno di razionalità ad atteggiamenti psicotici: insomma un autore che nell'ambiguità dei temi e dei personaggi ha l'elemento di maggiore fascino e modernità.
A cura di Wuz.it
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