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Testimonianza di uno dei periodo più difficili della storia recente.
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Accurato resoconto della attività di mediazione diplomatica svolta da Agostino Casaroli per conto della Santa Sede dall'inizio degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta, Il martirio della pazienza riporta le pagine in cui il cardinale, scomparso nel 1989, mise per iscritto i suoi ricordi, "spinto - scrive la nipote Orietta Casaroli Zanoni nella premessa - dal desiderio di lasciare ai giovani una testimonianza, anzi com'egli diceva una lezione di storia".
Il volume, la cui attenta introduzione è stata affidata al cardinale Achille Silvestrini, collaboratore e amico di Casaroli, non solo ricostruisce con grande precisione e ricchezza di particolari, molti dei quali inediti, le alterne vicende della cosiddetta "Ostpolitik", di cui il religioso fu senza dubbio il maggior protagonista, ma restituisce anche in tutta la sua complessità i retroscena, il clima e la temperie politica di un'Europa stretta nella terribile morsa della guerra fredda. Fine diplomatico, ma anche uomo di fede, l'autore passa in rassegna attese, speranze, successi e anche sconfitte di circa un trentennio di lavoro, condotto sotto il pontificato di ben tre papi fortemente impegnati nel dialogo con i paesi dell'Est: Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Dal primo viaggio in Ungheria, alle difficoltà con il governo cecoslovacco, le ambiguità del rapporto con il governo di Tito, i contatti con Bulgaria e Polonia, fino alla caduta del muro, la narrazione di Casaroli costituisce un punto di osservazione inedito dal quale guardare la storia del Novecento.
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