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Differente è l'aggettivo che mi sento di attribuire a questo romanzo. Rispetto al resto della sua produzione, infatti, è apprezzabile il taglio storico, meno attento alla psicanalisi del personaggio e più descrittivo. Harry, il protagonista di "Martha Peake", è il classico poeta maledetto, deforme nel fisico e tormentato dal suo passato, il quale lo porterà ad allontanarsi dall'amata figlia Martha, le cui vicende, a dispetto dell'ambientazione retrò, regalano uno spaccato di vita a mio avviso tremendamente attuale. Un testo da leggere tutto d'un fiato, che ispira a riflettere sui lati più oscuri dell'animo umano.
un mcgrath diverso dal solito, forse per via dell'ambientazione storica. ho letto tutto ciò che ha scritto l'autore cercando di seguire la sua evoluzione stilistica (nell'ordine di uscita inglese: grottesco, spider, il morbo di haggard, follia, martha peake, port mungo, trauma e l'estranea). martha peake, a mio parere, non è nè peggio nè meglio di follia: è semplicemente unico. il fatto che, l'autore, riesca a mettere in primo piano i sentimenti dei protagonisti è sempre un piacere. mcgrath ti fa entrare dentro i personaggi stessi e alla fine del libro quasi ti spiace lasciarli. mi piace l'alone di mistero che si ritrova costantemente, c'è sempre un qualcosa di sospeso che lascia libera interpretazione. chi è davvero ambroise? nessuno lo saprà mai...
Ho letto Martha Peake tanti anni fa e non mi piacque affatto, così come "Il morbo di Haggard" , e "Spider". Dopo questi libri fallimentari non ho più letto nulla di questo autore. Di lui consiglio solo "Follia" e "Grottesco", che sono i suoi primi romanzi: coinvolgenti ed innovativi.
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