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Un romanzo provocatorio e originale, la storia di un amore ostinato che difende anche ciò che la realtà, nella sua follia, vorrebbe distruggere. Rivelando angosce e inquietudini che appartengono a tutti noi, Michele Vaccari ci racconta cosa succede quando la paura di cambiare si scontra con il bisogno di andare avanti.
Patrizia e Ferdinando sono sposati da più di vent'anni e nella loro vita tutto si ripete uguale. Insieme gestiscono una rosticceria a Marassi, in quella periferia genovese dove il mare s'intravede da lontano e la luce, per sopravvivere, è costretta a farsi strada tra muraglie di cemento. Nel negozio, la routine è consolidata: lui sorride ai clienti, lei si divide tra cucina e cassa; le ricette sono quelle della tradizione ligure, intoccabili; gli orari d'apertura fissi, impensabile concedersi ferie. È Ferdinando a sconvolgere i piani con una proposta: presto compirà cinquant'anni e ha voglia di fare “qualcosa di pazzo”. Una vacanza, la prima e l'unica, tre giorni a Milano per concedersi un po' di svago. Ma quando arrivano in piazza Duomo, con la cartina in tasca e gli occhi rivolti alle guglie bianche, una bomba esplode sotto la cattedrale: un attentato, che si lascia dietro una scia di fumo, paura e caos. Quel giorno diverso segna l'inizio di un cambiamento inevitabile. Per tutti, Patrizia è una delle tante vittime della Tragedia. Per Ferdinando no: adesso non ha più nulla da temere, perché i suoi incubi si sono trasformati in realtà.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Patrizia e Ferdinando sono sposati da anni ed insieme gestiscono una rosticceria a Marassi, periferia di Genova. Patrizia è l'anima pulsante dell'attività, è lei che va al mercato e sceglie con cura gli ingredienti e le pietanze con cui prepara favolosi piatti da esporre sul banco per la gioia del palato dei suoi clienti. Ferdinando è il suo braccio destro, la sua ombra, l'aiuta in tutto e principalmente è lui che fa quadrare i conti ed il magazzino. Conducono la stessa vita da sempre, tutte le mattine si alzano per aprire il loro negozio. I ritmi sono gli stessi, tutti i giorni ed ogni giorno, quasi un rito che offre ai protagonisti conforto e sicurezza. La coppia ha costruito un proprio mondo in cui ciascuno ha bisogno dell'altro e in questo "santuario" inaccessibile con precise regole e doveri, nessuno può entrare. La sicurezza della coppia è proprio in questa quotidianità in questa sorta di gabbia in cui marito e moglie si riconoscono e dove ogni giorno si amano ossessionati dall'idea che qualcosa possa rompere questo equilibrio. Un giorno però Ferdinando propone a Patrizia una piccola vacanza. Ha bisogno di staccare la spina e decide, dopo varie perplessità della moglie, che è arrivato il momento di farsi un regalo. Due giorni di svago a Milano per il suo compleanno è quello che ci vuole per uscire dalla routine che forse sente cominciare a soffocarlo. Non sa però che il peggiore dei suoi incubi sta per avverarsi. A Milano, in Piazza Duomo, una bomba esplode provocando decine di morti e feriti. Ferdinando, che è tra i sopravvissuti, torna a Marassi senza Patrizia della quale non ha neppure la tomba su cui piangere perché ufficialmente dispersa. È da quel momento che la sua vita cambierà per sempre. Scrittura molto particolare, quasi barocca, descrizioni di luoghi e situazioni che ti rapiscono e coinvolgono. Direi che la scrittura è essa stessa la protagonista di questo libro dove respiriamo i profumi dei caruggi di Genova e l odore del mare.
Recensioni
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«Eccola spuntare,… Lo commuove ancora oggi sapere che l’ha scelto. Patrizia è la sua dose quotidiana di autostima … da trentadue anni a questa parte … ripensamenti non sono stati neanche immaginati, tradimenti mai espletati … Ha vissuto l’invecchiamento come una mutazione da temere, essendo uno dei pilastri del cambiare. Per combatterlo ha lottato a lungo… Al termine della gioventù, il proprio carattere di innamorato inattaccabile è mutato. Il bisogno di avere altri orizzonti…» Dunque, direbbe Freud, che per la prima volta, dopo tanti anni, il protagonista Ferdinando di Un marito (235 pagine, 20 euro), romanzo di Michele Vaccari edito da Rizzoli, vuole abbandonare il principio di realtà e seguire quello del piacere, vivere, come ci dice il narratore, «nuovi orizzonti», lontano dall’inesorabile e puntuale lavoro insieme alla consorte, Patrizia, in rosticceria. Così programma nei dettagli un viaggio di tre giorni a Milano, lontano dalla serena, ma monotona quotidianità. E invece, appena arrivati a Milano… un attentato, in piazza Duomo, distrugge tutto, uccide anche la moglie e tutto cambia, mentre era convinto che mai nulla sarebbe cambiato nel loro rapporto, nel loro lavoro.
Patrizia diceva: «… noi saremo gli stessi ovunque. Il mondo va per la sua strada, noi per la nostra». Invece il mondo, contrariamente ai suoi propositi, si ostina ad entrare nella loro vita e la distrugge. Ma è vero? No, perché lei è sempre viva nella mente e nel cuore di Ferdinando che continua a cercarla, con un comportamento maniacale che anche la psichiatra stenta a domare. Ma forse ha ragione: Luce, personificata ed eterna compagna dell’umanità, accompagna una povera demente fuori da una casa di cura per condurla, intuisce il lettore, a Marassi, dove Luce, testimone di Sole, è solito sciogliersi «in granellini di ostie fiammeggianti, nevicando a bagliori sopra gli appartamenti acrobati all’imbocco di Genova est…» Una conclusione alogica, mitico-fantastica, intuitiva per il lettore e dalla quale il narratore sembra prendere adeguata distanza, grazie anche alla sua posizione eterodiegetica.
La concezione bergsoniana del tempo come durata, trova esemplificazione nell’agire di Ferdinando che di fatto lascia condizionare il suo agire presente dal passato che, dominante nella sua mente e nel cuore, lo condiziona costantemente al punto che diventa paranoico, disturbato mentalmente e tale condizione, che neanche la faticosa ricostruzione psicanalitica riesce a placare, lo induce alla non accettazione della drammatica realtà e alla folle ricerca che ne consegue.
Così la voglia di cambiare anche se per poco, si scontrerà per sempre con la voglia e l’impegno di non cambiare nulla nella loro vita. Il caso, un oscuro caso ha fatto sì che tutto cambiasse: siamo di fronte a un brutto caso in cui l’eracliteo «panta rei» perde valore di verità, perché entrambi i coniugi restano segnati, inchiodati a quel tragico momento. Il romanzo si divide in tre parti con titoli in latino, quasi a sottolineare l’origine mitica del luogo e comunque idonei a caratterizzare la valenza semantica di ognuna di esse che a loro volta, si dividono in capitoli, anch’essi recanti titoli tematici. Fabula e intreccio, nel romanzo di Vaccari, solo in parte coincidono perché di fatto il momento dell’attentato è solo commentato dal narratore che pone con amarezza in evidenza il successo mediatico che ai superstiti ne sarebbe derivato e poi, solo in parte rivissuto dal protagonista in un flashback memoriale, indotto dalla psichiatra.
Infine appare opportuno rilevare la circolarità della struttura del romanzo di Vaccari non solo perché funge da preambolo un capitolo intitolato «Una moglie» e si conclude con un altro avente lo stesso titolo e ciò fa intuire al lettore la vera identità della smemorata Letizia, ma anche perché Luce, mitica dea, emblema di costanza e continuità, regna sovrana nella conclusione e nell’incipit della prima parte del romanzo, metafora di ritorno, di ripresa, di cammino insieme perché «se il mondo va per la sua strada», Ferdinando e Patrizia-Letizia continueranno ancora per la loro, anche se è impossibile che sia tutto come prima, perché ormai neanche loro sono oggi come allora.
Recensione di Francesca Luzzio
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