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La scrittura di Orlandi appare istintivamente libera da categorie, condizionamenti stilistici, correnti letterarie e, ciò, accade coerentemente a chi, rivolgendosi agli altri, scrive “per esigenza personale”: In effetti, in molte di queste poesie non manca l’allocuzione a un’alterità, a un tu mutevole e cangiante ma sempre presente. I riferimenti culturali, che non giungono mai al tenore pomposo delle citazioni, si ibridano con frangenti memoriali, con coordinate toponomastiche, con scene immerse in paesaggi incontaminati o arditamente urbanizzati. Anche in questi casi, la poesia spiega sé stessa e il nostro dramma immersivo: La relazione amorosa assume movenze epiche, grandiose e altamente simboliche (“Verrò a reclamare la tua natura/a pesarti/a tenerti le ginocchia/Sarai il ricordo amoroso delle costole/l’orma del piccolo cinghiale sul fango fresco”), fino al rovinoso crollo nella realtà, nel distacco, nel reciproco disconoscimento che si approssima molto a una delle tante possibili morti dell’individuo: “il tuo tratto era cancellabile”. L’esperienza della malattia e della morte dei familiari distende il linguaggio, lo rende maggiormente aderente al vero (ed è questo uno degli effetti del contatto con la mortalità), lo sfronda dai tratti più visionari per catapultarlo in un contesto semantico realistico ma non meno drammatico e coinvolgente. Tra dialoghi surrealistici e ricostruzioni oniriche del quotidiano, si giunge a un’ultima riflessione sulla poesia, oltre la quale non si ha “altro da aggiungere”. E, infatti, l’ultima poesia, nella strofa finale, ammette che “la grande poesia risiede al quinto piano./L’arredo è basilare, le scale sono spesso lucide e pulite./Non c’è un grosso via vai./Tutti si tengono a distanza da un cartello con su scritto/«attenzione si scivola»” Gisella Blanco - estratto dalla recensione uscita su "Laboratori poesia" - gennaio 2023
IL MARE A PIETRALATA Sabato 18 Marzo 2023 Parco Andrea Campagna "Il mare a Pietralata" è un libro di poesie sulla nostra periferia.... sulla difficile realtà quotidiana (pre e post pandemia) che un cantore della "banlieu" cerca di rendere più malleabile, quasi sopportabile e per certi versi piacevole e affascinante.... una periferia mortificata, vilipesa, stremata eppur viva e cosciente dove fra idee di rivalsa sociale e ambientale si nascondono scellerati progetti cementificatori che non conoscono ostacoli...tantomeno ostentano partecipazione in quella, e per quella, gente di Pietralata che tanto ha fatto per la tutela di questo territorio, di quello spicchio di verde, di quel gruppo di alberelli, di quel sentiero ... oasi in mezzo al grigiore cittadino ... eppure in tutto questo cupo scenario ...ecco! si intravede un mare, un mare vero eppur immaginario mondo emerso fra le catastrofi di questa metropoli. Una rivalsa contro questi "tempi moderni". Un tornare a pensare, con un pensiero che esaudisce molte domande a cui altri non hanno saputo dar risposte. Si parte dal basso per arrivare al cuore. Claudio Orlandi ci ha accompagnati oggi in questo delicato e fruttuoso percorso con la sapiente introduzione ed esposizione di Alessandro Spadoni che da anni valorizza e presiede il Parco Andrea Campagna (ex Parco Meda) con l'Associazione "On the Road" che riuscì ad evitare una speculazione edilizia in questo lembo di verde decine di anni fa. Un incontro con Claudio, fra e tra la gente del quartiere, cercando di trovare una dimensione umana fra una poesia, un aneddoto, un racconto in questa nostra periferia...a volte, purtroppo, sempre più periferia. Mauro Staroccia
Cos’è cantabile e cosa no? Se non trovate la risposta nella poesia – diceva quello – chiedete ai cantautori... Una risposta icastica e già definitiva agli interrogativi appena esposti si legge già a pagina 63, nel testo intitolato Ardentemente, con la proposta di una peculiare combinazione di musica e politica: «Nulla può cambiare il mondo quanto l’udito. / La capacità di selezionare la corretta particella di suono da ascoltare». Non si tratta, tuttavia, di una combinazione necessariamente armonica, né forzatamente easy listening, come indica, a suo modo, la citazione contenuta nel sottotitolo di Poesia visiva del mare e dell’orribile trapasso, ossia (Musica in lontananza, seconda traccia di A Rainbow in Curved Air di Terry Riley) (p. 26), con riferimento a uno dei capisaldi del minimalismo rock, uscito nel 1969. Al di là poi del piano strettamente intertestuale, La mia scrittura è un sasso, scrive ancora Orlandi, chiarendo all’interno dello stesso testo come la ricerca di compattezza o di asciuttezza (però mai di vera e propria petrosità, purtroppo) non significhi sacrificare il ritmo, che al limite si può fare lento, ancheggiante, quasi goffo, come quello della «chiatta dei navigli», delle «cisterne dei carghi africani» (p. 13), ma non si disperde mai. [...] Da Forme del conflitto “Il mare a Pietralata” di Claudio Orlandi apparso su ARGOonline 10 ottobre 2022 - Lorenzo Mari
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