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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
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Ho comprato questo libro pensando di trovare informazioni su come Marchionne abbia potuto salvare dal disastro un gigante come Fiat e portarla ad essere uno dei più importanti player nel mercato USA e a livello mondiale. Ho trovato solo in parte uno schema del suo operato, ma nonostante questo il libro mi è piaciuto lo stesso perché è davvero ben scritto, scorrevole e molto interessante in quanto ripercorre tutti i retroscena della vita del Manager e della sua carriera in Fiat. Complimenti all'autore.
Marco Ferrante, tra il 2004 e il 2010, è stato ritrattista di personalità dell'economia e del capitalismo italiano prima per "Il Foglio", poi per "Il Riformista": alcuni di quei profili si possono leggere nel suo sito Marcoferrante.eu. Il nuovo lavoro "Marchionne: l'uomo dell'impossibile" è l'aggiornamento probabilmente definitivo del libro in cui, prima nel 2009, poi nel 2011, il vice direttore di La7 ha raccontato la storia di Sergio Marchionne. Ferrante, che ha incontrato e studiato da vicino il grande manager scomparso l'estate scorsa, ci consegna il ritratto del capo di Fca di fronte alla globalizzazione e alla sua crisi. E la convinzione che l'uomo, scrutato dall'angusta prospettiva delle classi dirigenti italiane, è stato ostacolato e non capito piuttosto che affiancato e valutato per avvalersi dell'eccellenza delle sue competenze. Da ciò l'idea fuorviante, che però ristagna, d'un Marchionne sostenitore ideologico della flessibilità a carico del lavoro. C'è un punto fermo che Ferrante evoca per confutarla ed è la conferenza del 2015 intitolata programmaticamente "Confessions of a capital junkie" (Confessioni di un drogato del capitale). Lì Marchionne denuncia la distruzione di ricchezza sul mercato mondiale dell'auto provocata da un meccanismo di concorrenza tra troppi gruppi. E la possibilità di ridurre i costi se si praticassero fusioni che razionalizzassero gli investimenti. Alla fine l'avventura del dirigente d'azienda italo canadese resta, per l'Italia e per Ferrante, una delle tante occasioni perse per imboccare la strada della modernità produttiva.
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