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E' il primo volume dedicato all'investigatore.inquisitore Girolamo Svampa ed è un romanzo che non dispiace. Forse più accattivante la figura di Capiferro anzicchè quella del protagonista. Buon romanzo
Sono entrata, pienamente, nel mondo di Girolamo Svampa e nel famigerato Secolo di Ferro. Con l’investigatore in piena opera nel 600. Ha ancora oggi trovato un posto nel mio cuore tra le letture che maggiormente ho apprezzato. Consigliatissimo.
Uno dei miei autori preferiti che in questo libro ha dato il meglio di se. Una lettura che consiglio a chi ama la ricostruzione storica.
Recensioni
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Il ritorno in grande stile di Marcello Simoni che dopo la fortunatissima serie della trilogia del mercante di reliquie sposta la sua attenzione su un secolo tenebroso e nebuloso come il ‘600 nella Roma papalina che si barcamena con difficoltà tra giochi di potere e controriforma.
«Posò la lanterna sul pavimento cosparso di segatura e xilografie sbiadite, osservando le cinque zampe di legno che salivano fino al pianale intarsiato e, sopra di esso, il gioco di travi, corregge e molinelli che davano forma al torchio. Benché fossero in molti a maledire quel genere di ordigno, la Babele da cui si erano propagate le dottrine di mille Lutero e Simon Mago, lui non l’aveva mai inteso uno strumento del diavolo.»
Roma, 1624. A pochi giorni dal Natale e con l’approssimarsi dell’apertura della Porta Santa che avrebbe inaugurato il XIII Giubileo del 1625, un cadavere viene ritrovato in una piccola bottega di stampatori, e non si tratta di un uomo qualunque: l’uomo, schiacciato dalla pressa del torchio, con in bocca alcune pagine che rappresentano una danza macabra, è un membro della Congregazione dell’Indice.
A indagare sul fatto, che si dimostra subito come un delitto chiaramente di stampo eretico, frate Girolamo Svampa, temuto membro della Santissima Inquisizione, esperto di demonologia e stregoneria, e con un passato dalle pieghe abbastanza oscure, coadiuvato dal fido bravo Cagnolo e da Padre Francesco Capiferro, illuminatissimo segretario della Congregazione dell’Indice.
Ha così inizio un’indagine che prende piede dalle buie stanze delle stamperie dell’Urbe fino ad arrivare alle ricche e private sale Vaticane, in una Roma che sotto il leggero e candido strato di neve che la ricopre nasconde nel fango un ciarpame malavitoso e carico di astio nei confronti dello Stato clericale e di sua Santità Urbano VIII.
- Tra libri macchiati d’inchiostro proibito, omicidi messi in opera come su un palco da teatro, prelati dediti all’occulto, colpi di scena e di spada - Marcello Simoni dimostra di trovarsi a suo agio in un terreno a lui nuovo, quel secolo di ferro rischiarato ancora debolmente dalle prime luci barocche. Dopo il successo ottenuto con la saga del mercante di reliquie - che vedeva protagonista il mercante veneziano Ignazio da Toledo, ambientata nel XIII secolo - lo scrittore ferrarese, che pubblica per la prima volta con Einaudi, inaugura una nuova stagione del thriller storico, facendo leva sulla figura di un frate commissarius, Girolamo Svampa, razionale, radicato nelle sue certezze (e nei suoi dubbi verso la figura di un ambiente ecclesiastico che nel suo giro di vite di repressione appare sempre più distorto) e poco avvezzo alla dubitatio.
Un personaggio di fantasia immerso in un mondo di personalità realmente esistite di cui probabilmente ci ritroveremo a leggere ancora le avventure, non prima però di aver scoperchiato le trame nascoste dietro al suo primo marchio.
«Dubitatio licita, si disse. Quella o la semplice, ancestrale regola del sospetto che guidava la Congregazione del Sant’Uffizio da quattro secoli. L’istinto del predatore accompagnato dall’eretica presunzione che fosse lo Spirito Santo a ispirarlo. E non l’ignoranza. Il pregiudizio. La paura. Abbassò il lume. E poiché non c’era altro da contemplare nel buio, tornò in superficie. In un’oscurità ancora più densa.»
Recensione di Andrea Papa
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