L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lettura fondamentale per capire il pensiero alla base del comunismo, all'infuori della propaganda. Semplice e lineare, ripercorre in maniera semplice e comprensibile anche a chi non mastica di economia la visione marxista dei rapporti di classe, e i punti principali che il comunista si propone.
Bella la "classica"" traduzione di Emma Cantimori Mezzomonti. Rileggo il volume, facendo riferimento anche al resto dell'opera marxiana che conosco, per quel poco che posso fare: non sono uno specialista. Ma il testo e' un capolavoro della letteratura politica, breve, pregnante, sintetico ma chiaro, pieno di significati. Ho sempre apprezzato l'analisi sociologica che e' dietro al volume e i richiami storici continui alla realta' europea passata e piu' vicina. Ha piu' di 160 anni ma si legge in modo piano, con l'occhio alle vicende del tempo contemporaneo.
Bei commenti, almeno per la maggior parte ma mi chiedo e chiedo, in particolare ai detrattori, se abbiano letto davvero il libro in questione. Dato che la parte più originale del libro non è ovviamente il Manifesto, che tutti conosciamo, bensì è costituita dalla prefazione di Lorenzo Riberi e dalla postfazione di Bruno Bongiovanni, che insieme occupano gran parte del testo. In particolare la postfazione, che contiene un po' un compendio di parte degli studi ai quali si è dedicato il Bongiovanni, docente di Storia Contemporanea all'Università di Torino, sfata alcuni miti e inesattezze, in parte in linea con gli studi del più grande "marxologo" del secolo scorso, Maximilien Rubel, attribuibili tanto ai detrattori quanto agli ortodossi marxismi che, contro il volere dello stesso Marx (che ebbe a scrivere: "Ich kann nur eins sagen, dass ist kein marxist bin!". Che suona grosso modo come: "una cosa sola so, di non essere marxista") dopo la sua morte e già verso la fine della sua vita gli sono stati tributati. Così si scopre, ad esempio, che l'espressione "dittatura del proletariato", analizzata nel contesto storico-filologico delle opere marxiane, non è ciò che sembra e spesso si crede (gli stessi concetti di "proletariato" e di "classe", che non sono necessariamente la stessa cosa, non sono facilmente definibili e univocamente utilizzati nelle opere del Moro), e nulla ha a che fare con i regimi totalitari del '900. E poi si sa, Marx era piuttosto "russofobo". A quanti, con visione deterministica e ingenua (criticata, insieme allo scientismo, per ciò che riguarda le opere di Marx ed Engels, ma evidentemente ritenuta buona per sé) , fanno discendere sic et simpliciter da un'idea o uno scritto addirittura rivoluzioni e regimi totalitari (dove starebbe allora il "materialismo"?), consiglio anche, tra gli altri, il testo di un altro storico, Aurelio Lepre: "Che c'entra Marx con Pol Pot?". Buona lettura. E buone riflessioni. Almeno si spera.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore