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Jacqueline Wilson è di quelle scrittrici che ha i fan. Stuoli di fan, in verità. Sessantenne inglese, occhialini e capelli corti quasi bianchi, ha vinto una tale quantità di premi da non poterli citare tutti e ha scritto una tale quantità di libri da doverli dividere sul suo sito per argomenti o macro aree. E il fatto che due di queste sezioni si chiamino "Famiglia e altri problemi" e "Gli alti e i bassi della vita" dice già molto sulle ragioni del suo successo. Per dare un'idea a un neofita: nel ciclo di Tracy la protagonista è una bambina che vive in un orfanotrofio e non riesce a farsi adottare da nessuno; nei libri della serie "Girls" si parla di sesso e di anoressia, di bullismo e di bugie; in "Kiss" di omosessualità, in "C'è poco da ridere" di una famiglia sempre alla ricerca di un letto, di un pasto e di un lavoro per il padre disoccupato. Sembrerebbero letture impegnative, ma il dono di Wilson è appunto quello di saper trattare temi difficili con estrema leggerezza. Questo Mamma sitter librino agile, pubblicato nella collana degli "Scriccioli" benché sia in brossura non fa eccezione: Susie, quasi nove anni, vive con la mamma e la sorellina, perché "papà non si fa vedere spesso, di questi tempi". La madre per mantenere la famiglia babysittera alcuni figli di amiche, e Susie la aiuta quando può, in un'apparente complicità "da amiche" (il ritornello della madre è: "Noi ragazze ci sosteniamo a vicenda, vero?"). Fino a quando non si ammala di banale influenza, costringendo la figlia maggiore e le altre tre madri a sostituirla per alcuni giorni nella cura di quattro esserini scatenati. Trascinati da ciascuna madre (la manager, la poliziotta e la negoziante) nei rispettivi posti di lavoro, i bambini riescono a distruggere quasi tutto e a fare amicizia con quasi tutti: elemento, questo, vagamente favolistico, ma divertente e sdrammatizzante. Le illustrazioni sono di Nick Sharratt, il cui inconfondibile tratto lineare e rassicurante accompagna da sempre Wilson, i suoi libri e i suoi fan (le sue fan).
Sara Marconi
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