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Che Ronzani, come casa editrice, fosse una garanzia, lo so ormai da qualche anno. Ma la lettura di questo libro, il primo della collana “Carvifoglio” diretta da Bruna Graziani, non solo mi ha piacevolmente stupito, ma quasi travolta. Due segnali, su tutti, mi hanno colpita: l’ingordigia di sapere quale fosse il finale, tanto da interrompere la lettura per sfogliare le ultime trenta pagine proprio alla ricerca della risposta, e le sottolineature, che di solito non riservo ai romanzi contemporanei: 5 giri di temperino, per capirci, e non è poco. La storia, narrata tutta dal punto di vista del protagonista e quindi da un point de vue assolutamente maschile, incuriosisce sin dalle prime pagine; e la scrittura di Benetello è scorrevole, quotidiana, mai volgare, con immagini originali e a tratti poetiche, e dotata inoltre di un’ironia che mi ha strappato più di una risata. Altro valore aggiunto, i costanti richiami musicali: rimandi nel testo, titoli dei capitoli, e, chicca suprema, una playlist finale da scaricare su Spotify. Per ultimo, non posso sorvolare sulle note romantiche, quasi filosofiche – aggettivo da intendersi come modus vivendi e "narrandi" delle questioni della vita. Questa nota so già che all’autore non piacerà, ma quando scrivi, un libro poi diventa di tutti, giusto? “Non deve sempre essere tutto vero, si vive anche di fumetti e proiezioni, si vive di false griffe, di finti sentimenti, di patti narrativi dai quali svegliarsi a film finito. Come la pensione che mi sfugge anno dopo anno. Si vive di finzioni e più sono vacue più sono funzionali".
Una storia d'amore vista da un uomo di mezza età che ha smesso di chiedere alla vita e che si ritrova a amare di nuovo la donna che otto anni prima lo aveva lasciato. Musica e paesaggio accompagnano i protagonisti in maniera impeccabile. Lessico curato, storia coinvolgente. Ancora lì state? Compratelo subito!
Una storia d'amore che rinasce con le stesse dinamiche di otto anni prima. Gli amici di una vita che nel bene e nel male sono lì, come una colonna granitica. E la musica, perenne sottofondo a tutto il romanzo, colonna sonora del protagonista, scialuppa di salvataggio e memoria di vita. “Maida Vale” è un grande debutto letterario e la scrittura di Michele Benetello è snella e veloce, con metafore e immagini mai banali; e c'è ritmo nella sua scrittura, tanto ritmo, anche sincopato ma che non perde mai il beat della cassa, sempre in progressiva accelerazione. Lettura fortemente consigliata.
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