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Recensioni Mai far cazzate. Trilogia di Stoccolma. Vol. 2

Recensioni: 3/5
In uno scantinato, il poliziotto Thomas Andrén trova il cadavere sfigurato di un uomo al quale sono stati mozzati i polpastrelli delle mani. Thomas nota anche dei buchi di siringa: facile concludere che si tratti di un tossicodipendente, giunto al capolinea di una delle tante vite perdute che attraversano la bella Stoccolma. Ma perché renderlo irriconoscibile? Chi era quell'uomo? Dal rapporto di Thomas sparisce il particolare dei buchi, e neanche l'autopsia ne fa cenno. Thomas è un poliziotto cinico, dai modi spesso brutali, e non è certo un esempio di onestà, ma di fronte a una così palese manomissione della verità non può restare a guardare. Mosso da un residuo senso di giustizia, o forse solo da orgoglio ferito, decide di andare in fondo al mistero. A Stoccolma è tornato a vivere l'ex mercenario Niklas Brogren. Appena rientrato dall'Iraq, Niklas è un uomo solo, impreparato alla vita lontano dai campi di battaglia, e non può sfuggire al risorgere dei fantasmi della sua infanzia, marchiata dalla brutalità del patrigno nei confronti della madre. Incapace di chiedere aiuto, Niklas si ripiega su se stesso, sviluppando una violenta avversione contro gli uomini che maltrattano le donne. Mahmud al-Askori, invece, dall'Iraq è venuto via da bambino, approdando in una Svezia particolarmente fiera del proprio modello d'integrazione. Ma qualcosa è andato storto, e Stoccolma da terra promessa si è fatta terra di conquista per piccoli e grandi criminali. Mahmud appartiene alla schiera dei primi, ma la fluida realtà della capitale è l'ideale per chi come lui vuole scalare le gerarchie: in città tutto può succedere, sempre che lo voglia anche Radovan Kranjic, capo della mafia serba, imprendibile burattinaio di ogni malaffare. I tre protagonisti incrociano i propri destini in una vicenda che non è solo cronaca della straordinaria normalità del crimine, ma tocca anche i nervi scoperti della recente storia svedese, immergendosi con lucida e appassionata partecipazione nella coscienza di una nazione che ha perso la sua innocenza. )
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