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L’opera Magia e invenzione consente al lettore di vedere sotto una luce nuova un personaggio poco noto e decisamente misconosciuto, a causa del ruolo che la tradizione gli ha sempre frettolosamente assegnato, e di valutare l’influsso esercitato sui letterati libertini del primo Seicento francese dalla letteratura e dalla filosofia italiana del Rinascimento. Il libro consiste nella riedizione accresciuta e corretta di tredici saggi scritti tra il 1956 e il 1988 da Luciano Erba, filologo barocco, poeta e professore di Letteratura comparata a Bari, Verona e Seattle. Argomento dei saggi sono Cyrano de Bergerac e alcuni autori minori del primo Seicento francese. Luciano Erba, cogliendo l’occasione del terzo centenario della morte di Cyrano de Bergerac, si chiede perché allo scrittore sia stato dato così poco risalto e ne propone una rilettura. Infatti, a suo avviso, la figura di Cyrano è stata sempre sottovalutata e distorta dai giudizi moralistici, superficiali e a volte illuministici della critica, che l’ha sempre definita come burlesca, libertina, irregolare e grottesca. E’ sua opinione invece che i soliti criteri stilistici non possano essere applicati alla prosa dello scrittore, meritevole di rientrare nella storia della letteratura propriamente detta. Per questo motivo, l'autore mostra la sua perplessità riguardo ai silenzi della critica contemporanea, che con la sola eccezione di A. Adam, ha poco approfondito il naturalismo ciraniano e i suoi legami con il naturalismo rinascimentale italiano ed ha applicato criteri illuministici al libertinismo francese del ‘500 e del ‘600. A suo avviso, infatti, il libertinismo cinquecentesco, vicino agli ideali rinascimentali italiani, si distinse bene grazie al suo carattere innovativo, antiscolastico, da quello del XVIII secolo, definito sostanzialmente un fenomeno di costume. Nei vari saggi vengono studiati tutti gli aspetti della produzione letteraria e del pensiero di Cyrano, senza tralasciare l'ipotesi mai confermata, ma nemmeno respinta, delle sue origini sarde.
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