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Recensioni Madri e no. Ragioni e percorsi di non maternità

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Un'inchiesta appassionata e urgente sulle ragioni storiche, sociologiche, economiche, alle origini di una delle fratture più evidenti nella nostra società: quella tra chi sceglie di avere figli e chi no. A che cosa serve una contrapposizione tanto netta? Perché su questo argomento troviamo così difficile non giudicare? La meternità, e la genitorialità in generale, sono un affare di pubblico interesse?

«Per fortuna non tutti diamo per scontato che il destino biologico della donna sia la procreazione, ma c'è un altro destino che diamo per scontato: l'incombenza della scelta, in un senso o in un altro, e il concretizzarsi di un peso, fosse anche solo psichico, di energie mentali profuse, nel doversi occupare di rispondere a quella che è stata definita "la madre di tutte le domande".»

«Non ho passato i decenni della mia maturità sessuale a chiedermi se volevo dei figli perché ho sempre saputo che no, non li volevo. L'unica domanda da farmi era quindi la successiva: perché non li volevo?». Evitando tentazioni ideologiche o posizioni preconcette, Flavia Gasperetti ci invita a cercare insieme delle risposte ai tanti interrogativi che la decisione di non avere figli solleva, indagando i percorsi e le scelte della non maternità nel nostro paese e non solo. Oltre a fornire un brillante excursus storico sulle mille rappresentazioni e incarnazioni della figura della nullipara (con una divagazione sulle «zitelle» della tradizione e dell'immaginario, tra letteratura e cinema), l'autrice approfondisce il legame tra gli allarmi sulla natalità e le dinamiche della demografia, riflette sui grandi temi dell'istinto materno e dell'orologio biologico (e connesse forme di pressione culturale), sul nostro modo di concepire l'età adulta e sul rapporto tra forme di narcisismo, riti di passaggio e genitorialità, sulla valenza sentimentale, e talvolta strumentale, del rapporto con l'infanzia, sulla realtà delle famiglie in cui si adottano «i figli delle altre», e su cosa voglia dire essere genitori oggi. «Le nostre risposte non sono quelle che avremmo dato in altre epoche, quando la contraccezione quasi non esisteva, quando credevamo in un dio che ci avrebbe condannati se la ricerca del piacere non avesse trovato un riscatto nella procreazione; quando avere dei figli poteva rappresentare un apporto all'economia familiare e non un investimento enorme fatto per ragioni soprattutto sentimentali. Le nostre risposte non sono le stesse perché noi siamo cambiati. Noi senza figli e voi che ne avete. Siamo cambiati insieme».

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