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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2013
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La malinconia dei ricordi mi ha accompagnato durante tutta la lettura di questo libro. Nelle magistrali descrizioni dell'autrice del piccolo paese di montagna di Aar, col suo freddo pungente, la natura rigogliosa, le case in pietra solide e maestose e le donne con il fazzoletto in testa ed i gioielli di corallo. Qui è tornata ad abitare Maria Maddalena, umile e tenace serva che dopo una vita di sacrifici per crescere suo figlio Paulo, può vederlo esercitare il suo magistero nella piccola parrocchia del paese, rispettato e riverito da tutti. Proprio qui dove tutto ha avuto origine, inizierà per il giovane un tormentoso percorso di prova della sua fede. Tra suggestioni soprannaturali, continui cambi di prospettiva ed impareggiabili tuffi introspettivi, l'autrice ci regala un meraviglioso racconto su di un tema spinoso e poco esplorato : un sacerdote che si sente prigioniero della propria missione. L'epilogo, infine, è il picco emotivo del libro, il compimento della tessitura dei sentimenti che la Deledda, al pari delle donne sarde con i loro tappeti, ha sapientemente saputo tessere con il suo telaio d'inchiostro.
Il romanzo entra quasi silenziosamente nella storia dei pochi protagonisti e ne descrive il dramma personale. Manca il paesaggio ma non tanti piccoli particolari del contesto in cui si muovono. La tensione è crescente e ben raccontata. Il finale è addirittura epico, moralmente altissimo. Un grande romanzo, a mio parere, da ogni punto di vista. Deledda sa trattare il tema centrale (l'amore, dell'uomo, della donna, della madre) con rara sensibilità. Amo tutti gli scritti di Grazia Deledda: questo in particolare.
Per me è il Capolavoro della Deledda. Con pochissimi personaggi, un'ambientazione storica inesistente e un paesaggio appena accennato è riuscita a creare un libro che emoziona e coinvolge. Grandioso.
Recensioni
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