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A dire la verità questo libro non mi è piaciuto molto. Ne ho apprezzato solo poche parti ed esclusivamente per la descrizione di ambienti e situazioni. Un ragazzo giovanissimo con un bagaglio culturale troppo grande per essere credibile. Spesso la narrazione in prima persona è costellata di arzigogolii filosofico-letterari che rendono la situazione base della storia abbastanza poco "affidabile"...più per amanti della poesia e dei classici che della narrativa moderna. Da sottolineare la parte intitolata "Il sogno" davvero molto poco vicina ad una reale esperienza onirica!
Recensioni
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La crescita umana e culturale del giovanissimo protagonista di questo Bildungsroman segue la rotta tortuosa di un amore impossibile: quello per l'algida, bellissima professoressa di francese, icona calata da un regno ideale a calamitare le più nere inquietudini dei suoi diciotto anni.
Ma il denso e vivace romanzo di Libera (poliedrico scrittore cinquantatreenne di Varsavia, traduttore di Beckett, drammaturgo e regista teatrale nonché librettista per Krzysztof Penderecki) è più di una storia d'amore. È la cronaca della crescita di un'identità, forgiata da un rapporto col passato (il recupero di una memoria culturale collettiva e individuale) e un impatto con un presente tarpato, oppresso, cui è necessario sopravvivere con il sogno.
La curiosità del brillante liceale è vorace, bisognosa della multiformità di Shakespeare e Racine, di Hölderlin e Goethe come del vitalismo trasgressivo del jazz. Vuol spezzare i confini di quella grigia temperie in cui "galleggia" Varsavia alla fine degli anni Sessanta e ciò non soltanto per sopravvivere passivamente all'ottusità bensì per collocare moralmente il proprio tempo, legittimarsi, scoprire se è ancora possibile dare "cittadinanza" all'ideale che sente come congeniale e istintivo: "Come dire... il bisogno, quando s'incomincia qualcosa, di sapere com'era quella cosa una volta, in modo da inquadrare, per contrasto, il luogo e il momento in cui stiamo andando in scena. Per poter giudicare se stiamo salendo verso l'alto o cadendo verso il basso, se ci aspetta un''età dell'oro' o un 'crepuscolo degli dei', una 'rinascita' o un 'declino'". Forse in nessun altro luogo come in un paese oppresso le soglie e le chiavi di volta dell'esperienza individuale sono proiettate sul fondale della storia nazionale e poi ancora più in là, estese a quel mare senza confine temporale e geografico dell'esperienza umana, nell'interezza essenzializzata documentata dall'arte.
In Madame la precisazione dell'identità culturale è tutt'uno col consolidarsi del dissenso. Nella Polonia di Gomulka, che collabora alla repressione della Primavera praghese, gli arroganti controllori d'autobus sono per il giovane personaggio i primi fantasmi del regime a cui contrapporsi, durante "l'eroico" attraversamento della città alla volta del Centro culturale francese. Il successivo ingresso alla Facoltà di Filologia romanza segna l'inizio di un'attività intellettuale di decisa opposizione. L'io narrante del postscriptum scrive negli anni caldi della messa fuori legge di Solidarnosc, ed è scampato egli stesso per caso all'ondata di arresti seguiti alla proclamazione della legge marziale del generale Jaruzelski. In salvo a Danzica, in una mansarda sul mare recuperata da un prezioso amico, ha cominciato a raccontare la storia che abbiamo letto perché "sentivo il bisogno di immergermi in un elemento puro". È esattamente ciò che questa storia ci permette per un attimo di sfiorare: una tensione morale di tempi ormai "altri" anche se non ancora lontani, che "nobilita" e potenzia le risorse luminose di ogni giovinezza.
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