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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2015
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Nessun romanzo, di quelli che finora ho letto, ha mai raccontato meglio il contrasto fra illusione e realtà, e del disagio provato nel rendersi conto delle differenze fra l'una e l'altra. perfetto inoltre nel descrivere tutti i patetici sotterfugi messi in atto per sfuggire ad un destino scontato. nessun romanzo come questo (ma ammetto di non aver letto "Anna Karenina" o i romanzi inglesi dello stesso argomento) descrive meglio l'epopea di una donna vittima unicamente di se stessa e nel contempo il grottesco adattamento degli altri personaggi vittime della stessa realtà (su tutti lo splendito Homais). un libro intriso di 800 che però depone le armi dell'ampollosità tipiche del periodo (che ritornano solo nelle descrizioni degli ambienti ma non in quelle dei caratteri che anzi sono di un'essenzialità cristallina ed immediata) per uno stile lineare e fresco da far impallidire gli scrittori moderni per la sua chiarezza espositiva. poi ovviamente ci sono le psicologie dei personaggi indagate con tratti semplici e ironici (il miglior esempio sono le prime pagine dedicate alla giovinezza di charles Bovary "assunse una perpetua espressione dolente che lo rese quasi degno di interesse"). la trama è poi perfettamente svolta con ondate e risacche di personaggi ed incontri, solo il finale sembra piuttosto frettoloso anche se completo. in definitiva un vero e proprio capolavoro, non credo lo rileggerò (non è il mi genere) ma di sicuro merita la fama che possiede. i lati negativi? effettivamente un pò lungo, specie nei capitoli che trattano i prima tempia Yonville; inoltre beh, quell'ampollosità delle decrizioni di cui già si diceva.
ho apprezzato questo libro siaper la trama che per l' interessante ambientazione ottocentesca. ritengo che questo racconto sviluppi un tema cmq attuale e che offre imporanti spunti di riflessione anche per la nostra società moderna. consiglio questo libro!
merita forse il massimo dei voti questo grande - e zuccherosissimo - romanzo, per perizia costruttiva, analisi psicologica, scioltezza della narrazione, doti espressive, per la sfida lanciata alla morale borghese del tempo - persino per il ridicolo processo che provocò -, per qualità complessiva, insomma. l'opera ha poco di "stantio" e nulla di "prolisso" come indica qualche lettore, probabilmente avvezzo a letture moderne meno impegnative che puntano tutto sulla scorrevolezza, a detrimento, a volte, della qualità linguistico-letteraria complessiva. si legge invece velocemente e senza problemi. le "deficienze" dell'opera io, molto personalmente forse, le rinvengo nel languore eccessivo, che attraversa un po' tutta la storia, nei continui slanci del cuore, i deliri mistici indotti dalla passione. emmabovary è tutta un susseguirsi di palpitazioni, stordimenti, rimpianti, con tratti che sembrano sfiorare l'iperrealismo.. questi aspetti che mi hanno illanguidito, infastidito sono resi molto bene da certi passaggi caramellosi, degni di racconti d'appendice..."il dolore le penetrava l'anima con urli sommessi, com fa il vento d'inverno nei castelli abbandonati", " i piaceri, come scolari nel cortile di un collegio, avevano talmente calpestato il suo cuore che non vi spuntava più un filo di verde"."ebbe voglia di correre fra le sue braccia per rifugiarsi nella sua forza come nell'incarnazione stessa dell'amore"... forse il vecchio flaubert non avrebbe potuto rendere il persaggio in altro modo, ma io lo trovo insopportabile..
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