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Luoghi comuni - Simona Venuti - copertina
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Luoghi comuni - Simona Venuti - copertina

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1997
137 p., ill.
9788886291279

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ecce libro
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Soprattutto "comuni" questi luoghi; non topoi, non solo topoi, ma piccole piazze dove alcuni spiriti si possono incontrare.

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Elio Limentani
Recensioni: 5/5

In <<Luoghi comuni>> si da&#8217; voce a tutto ciò che appartiene la genere umano, ovvero a quel rinnovato stupore nei confronti della vita che solo gli esseri mortali possono concepire; rinnovato stupore che è nel contempo ricordo e attesa. In questi luoghi, che l&#8217;autrice sommamente descrive, non c&#8217;è un centro o una periferia; vi si ritrovano quegli attimi perduti cui sempre aneliamo e ricerchiamo, nonché quella quiete e quell&#8217;inquietudine che è ricerca di ciò che si è perso da un lato, e di ciò che sempre sfugge ed è tensione dall&#8217;altro. Lo stesso linguaggio, si vedano le parole usate in maniera quasi distillata, sinuosa e palpabile, è segno di una mancanza; di un tendere ad una dimora che in realtà non è il luogo raggiunto ove trovare riparo ma piuttosto luogo che è sempre &#8220;altro&#8221;. Questi luoghi divengono inevitabilmente non luoghi, quasi al limite di una realtà che si ritaglia un suo spazio tra pienezza e mancanza, tra dentro e fuori, tra presenza e assenza. La citazione iniziale è in fondo il filo conduttore di tutta l&#8217;opera: la malinconia per i giorni perduti e per un vuoto che sembra incolmabile, quasi si apre di una tenue speranza. Ma la speranza dura poco. Si badi bene, non si tratta di disperazione ma di malinconia: è una non speranza che si apre sempre al nuovo e all&#8217;inganno quasi a credere che tutte le parole possano in fondo contemplare un senso di verità, che alla fine non esiste. E&#8217; un non senso che la parola per prima non riesce a cogliere, tracciando luoghi che sono comuni ma estranei, persi quasi nell&#8217;oblio della mancata- ma pur sempre rinnovata- speranza. La Venuti estranea la parola in una strana solitudine che è però in fondo l&#8217;unica possibilità per la parola stessa di continuare ad esistere; ad avere uno spazio di apertura e di chiusura assieme: un pieno ed un vuoto che quasi matematicamente si compensano da un punto di vista quasi elementare, un po&#8217; come le matematiche complementari. Attraverso questo part

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