L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Soprattutto "comuni" questi luoghi; non topoi, non solo topoi, ma piccole piazze dove alcuni spiriti si possono incontrare.
In <<Luoghi comuni>> si da’ voce a tutto ciò che appartiene la genere umano, ovvero a quel rinnovato stupore nei confronti della vita che solo gli esseri mortali possono concepire; rinnovato stupore che è nel contempo ricordo e attesa. In questi luoghi, che l’autrice sommamente descrive, non c’è un centro o una periferia; vi si ritrovano quegli attimi perduti cui sempre aneliamo e ricerchiamo, nonché quella quiete e quell’inquietudine che è ricerca di ciò che si è perso da un lato, e di ciò che sempre sfugge ed è tensione dall’altro. Lo stesso linguaggio, si vedano le parole usate in maniera quasi distillata, sinuosa e palpabile, è segno di una mancanza; di un tendere ad una dimora che in realtà non è il luogo raggiunto ove trovare riparo ma piuttosto luogo che è sempre “altro”. Questi luoghi divengono inevitabilmente non luoghi, quasi al limite di una realtà che si ritaglia un suo spazio tra pienezza e mancanza, tra dentro e fuori, tra presenza e assenza. La citazione iniziale è in fondo il filo conduttore di tutta l’opera: la malinconia per i giorni perduti e per un vuoto che sembra incolmabile, quasi si apre di una tenue speranza. Ma la speranza dura poco. Si badi bene, non si tratta di disperazione ma di malinconia: è una non speranza che si apre sempre al nuovo e all’inganno quasi a credere che tutte le parole possano in fondo contemplare un senso di verità, che alla fine non esiste. E’ un non senso che la parola per prima non riesce a cogliere, tracciando luoghi che sono comuni ma estranei, persi quasi nell’oblio della mancata- ma pur sempre rinnovata- speranza. La Venuti estranea la parola in una strana solitudine che è però in fondo l’unica possibilità per la parola stessa di continuare ad esistere; ad avere uno spazio di apertura e di chiusura assieme: un pieno ed un vuoto che quasi matematicamente si compensano da un punto di vista quasi elementare, un po’ come le matematiche complementari. Attraverso questo part
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore