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Il personaggio che colpisce di più è sicuramente Anna (la protagonista) perché secondo me vuole trasmettere un messaggio che è quello di non smettere mai di credere nei propri sogni. Questo romanzo è di facile lettura quindi è adatto si ai ragazzi e ragazze ma anche alle persone un po’ più grandi.
Silvana Vescia ci catapulta in un piccolo paesello della campagna Bresciana, negli anni '70, dove la semplicità e la superstizione fanno da padrona. Anna è una bambina particolare: pelle chiara e capelli quasi bianchi, sembra avere un contatto diretto con la luna, la Signora col cappuccio, che gestisce, capricciosa, la vita dei campi. In un borgo sperduto di contadini, una bambina così particolare e dalla spiccata intelligenza fa paura, e viene presa di mira dagli adulti del paese, che la etichettano come strega, portatrice di sventure. Ma per Anna il cielo, e la luna, non sono nemici, non sono misteri. Sono scienza, sono bellezza. Anna guarda il cielo. E la famiglia, nel tentativo di salvarla dalle violenze del paese, decide di mandarla in un collegio. Lì la sua propensione per l'astronomia le permette di vincere una borsa di studio per una prestigiosa università di Copenhagen. Lontana dal paesello e in mezzo a studiosi come lei, Anna scopre la sua vera identità, la sua peculiarità. Anna cresce, e si accorge di non essere strana, e che quel collegamento con gli astri che le hanno sempre affibbiato con malevolenza in realtà è una caratteristica che tutti abbiamo. In fondo, siamo tutti polvere di stelle. Anna scrive lettere alla sua famiglia in cui cerca di far loro capire il suo mondo, così diverso dal loro. Li paragona ai pianeti, alle comete, alle stelle e cerca di rendere scienza quella che la sua famiglia reputa magia. Ma, in fondo, un po' di magia nella vita c'è sempre, qualcosa che va oltre la nostra conoscenza. Silvana ha saputo creare un racconto di formazione con una semplicità e una dolcezza disarmante. Le parole scorrono veloci sotto gli occhi del lettore e, alternando punti di vista, ricordi e lettere, riesce a rendere la realtà della cultura campagnola degli anni 70 a tutto tondo. Un romanzo meraviglioso, da leggere tutto d'un fiato, e che ti lascia con il dubbio che, forse, davvero la luna ci guardi dall'alto, immersa nel suo alone di mistero.
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