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Quella di Patrice Lumumba è una figura complessa nel panorama dei leader delle indipendenze africane. Primo presidente della Repubblica Democratica del Congo, finalmente libera dalle catene del sanguinario colonialismo belga, nel breve periodo in cui fu al potere, prima di essere ucciso da avversari politici manovrati dall'Europa, dimostrò inclinazioni politiche precise, battendosi contro l'affermazione dei poteri coloniali e contro la secessione di aree incluse nel territorio della neonata repubblica. Alessandro Aruffo, ricercatore universitario e studioso dei paesi afroasiatici, racconta in questo testo la storia e la vita politica di quest'uomo, vissuto in un periodo di forti tensioni mondiali e segnato dalle contrapposizioni globali della Guerra Fredda, interrogandosi su quella che potrebbe essere stata la sua azione politica se non fosse stato assassinato tanto prematuramente.
Recensioni
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scheda di Giachetti, D., L'Indice 1992, n. 5
L'autore ripercorre le tappe principali della formazione culturale e politica di Patrice Lumumba (1925-1961) collegandole con i nuovi problemi che poneva la lotta per l'indipendenza dei paesi coloniali africani. Il giovane Lumumba ebbe modo di conoscere le tematiche dell'illuminismo attraverso la lettura delle opere di Voltaire e Rousseau, che risultarono determinanti per la sua formazione assieme al pensiero politico cristiano di Jacques Maritain. Inizialmente convinto che la colonizzazione belga contenesse aspetti di emancipazione e di incivilimento per il suo popolo, riteneva opportuno rivendicare riforme per favorire l'assimilazione del suo paese al Belgio. Nel 1958 il "Robespierre nero" come lo defin Sartre, abbandonava l'ipotesi integrazionista e rivendicava per il Congo l'indipendenza totale che veniva concessa il 30 giugno 1960. Convinto che il processo di emancipazione del Congo poteva rappresentare l'inizio di una lotta di liberazione continentale, panafricana, sovranazionale e sovrastatale, doveva scontrarsi immediatamente con la secessione del Katanga voluta da Ciombe e dall'union Minier in nome della collaborazione coi belgi. Lumumba, che era diventato primo ministro, reagiva denunciando il ruolo del neocolonialismo formulando il principio della non interferenza e proponendo un coordinamento tricontinentale della lotta contro l'imperialismo. Arrestato il 2 dicembre del 1960 fu assassinato il 17 gennaio.
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