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La lotta per la vita
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La lotta per la vita
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Ecco Jack London, mosso da speranze e desideri, ma tormentato anche da dubbi e angosce: è il primo autore "non riconciliato" con il suo paese, con quell'America che da allora è diventata il mondo. Racconto dopo racconto, Jack London riesce a sgretolare il sogno americano, a svelarne il fallimento, a denunciare la mancanza di innocenza e di rispetto per i valori essenziali e necessari. Questo libro è una raccolta dei suoi più bei racconti.
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Autore:
Traduttore:
Curatore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2006
In commercio dal:
1 agosto 2005
Pagine:
288 p., Brossura
EAN:
9788860050106
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Osky
16 febbraio 2010
Racconti palpabili, fisici, concreti e molto intensi. London ti fa entrare proprio dentro l'evento, dentro il momento, ti tira addosso la storia come una coperta calda e tu lì, completamente avvolto dall'avventura che racconta, che vivi le esperienze più difficili, più angoscianti... Soffri la fame con il protagonista, o il freddo o gli stenti della fatica e il dolore... Le sue ferite sono le tue, è tuo il sangue che scorre e lascia il corpo, intorno a te la neve, il gelo, la foresta con i suoi predatori e le insidie di una vita. Ci sono racconti più riusciti ("Il silenzio bianco", "Nel reparto idioti" e "L'amore della vita" su tutti) ed altri meno, ma quando inizi a leggerli è davvero impossibile uscirne, e soprattutto uscirne senza alcuna trasformazione personale. By Osky
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Perché leggere Jack London, si chiede il curatore di questa raccolta, sottolineando la distanza che separa il lettore di oggi da questo "irregolare" della letteratura americana, bistrattato dalla critica accademica o osannato come portavoce degli oppressi e degli emarginati, sull'onda delle mode culturali. Indubbiamente il tema conduttore di tutta la sua opera è la lotta dell'individuo contro l'esterno, sia esso il gelo sconfinato dell'Alaska o la prigione della struttura sociale, ma anche questa chiave di lettura rischia di ingabbiare lo scrittore in una formula. Non è immediatamente facile individuare ciò che anche oggi può catturare il lettore giovane, quello per cui Zanna Bianca è, nella migliore delle ipotesi, un remoto ricordo dell'infanzia. La carta spesso vincente di Jack London pare essere la capacità di spiazzare, di smontare le aspettative del lettore. Prendiamo una tra le storie della presente raccolta (tutte famose, diversamente significative): Batard, in cui il tema rassicurante dell'alleanza tra il cane e l'uomo è rovesciato nel rapporto di odio irriducibile che lega i due e che li porterà a una morte raccapricciante: viene da pensare a Poe. Oppure vediamo come in A sud dello Slot il contrasto Jekyll/Hyde venga riproposto nella figura del giovane insegnante di sociologia che per fare ricerca sul campo si trasforma gradualmente in agguerrito sindacalista. Per l'occasione London mostra una scontrosa vena umoristica a beneficio del mondo accademico. A costo di trascurare una delle più intense creazioni, L'apostata, giustamente nota, vanno ricordati Nel reparto idioti e le storie sul pugilato, Il messicano e Una bella bistecca: sono rappresentazioni di diverse emarginazioni, raccontate senza pietismo, con uno stile asciutto che riesce quasi sempre a evitare la retorica dei buoni sentimenti. E invece con le due storie ambientate nei Mari del Sud cambia tutto, ci sembra di essere di fronte a un altro scrittore: sullo sfondo di una natura che evoca un technicolor degli anni cinquanta, viene rappresentato il dualismo innocenza nativa - violenza colonizzatrice con tutti i cliché del caso: il generoso protagonista di Il pagano è un improbabile santino che dona la vita per l'amico bianco. In Addio Jack, a proposito dell'intervento dei bianchi nelle Hawaii, si legge: "Il missionario, che era venuto per donare il pane della vita, finì con lo spazzar via l'intero banchetto pagano". È ben vero che in letteratura come nella realtà l'ideologia è molto pericolosa.
Franca Cavallarin
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