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Capolavoro. Libro assolutamente eccezionale. I temi teoretici che stanno al centro degli interessi di Sasso da ormai quasi trent'anni toccano qui un punto di radicalita' ineguagliata dalle altre (seppur importantissime) analisi teoretiche dell'autore. I problemi sono quelli del nulla, del modo in cui l'essere 'lo' nega (per altro in questo testo compare l'unica 'aggiunta' a quanto Sasso era andato fin ora dicendo a proposito dell'aporetica del nulla), del rapporto/non rapporto tra verita' e opinione, del modo in cui la verita' 'accade' nel linguaggio, della contraddizione, del rapporto tra filosofia (la verita') e la prassi (ambito doxastico), etc. Gli autori che vengono maggiormente dibattuti sono i consueti autori che l'autore prende in maggior considerazioni nelle sue indagini teoriche: soprattutto Platone, Aristotele, Kant, Hegel, Heidegger. Si segnalano per la loro importanza le parti dedicate a Emanuele Severino (cap. V e VIII) e a Parmenide (cap. XV). Inoltre bisogna aggiungere come in quest'opera a differenza delle altre precedenti (eccezion fatta per "La verita', l'opinione" 1999) sono presenti in piu' di un punto alcune riflessioni a riguardo di temi 'etici'. Le pagine in cui Sasso si sofferma per marcare la specificita' del 'domandare' dell'arte rispetto a quello (per es.) della scienza, della storia e anche della filosofia ("metafisica"), e quelle in cui parla della morte sono davvero eccezionali. Non ci sono infini parole a riguardo delle ultimi due pagine del libro: superlative. (Si consiglia per altro la lettura di qualche testo 'teoretico' di Sasso precedente: "Essere e negazione", 1987 e "La verita', l'opinione" i maggiori).
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