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Lipstick traces. Storia segreta del XX secolo
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Lipstick traces. Storia segreta del XX secolo
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Nel 1976 esce «Anarchy in the UK» dei Sex Pistols, un brano che cambierà per sempre la storia della musica pop. Ricercando le origini del punk, Marcus conduce il lettore in un viaggio alla scoperta di immagini, suoni e parole capaci di spiegare la potenza evocativa e rivoluzionaria dell’arte.
«Lipstick traces ha l’energia di molte ossessioni, e insidia con intensità le giovani menti, facendoci entrare nel clima acceso e drogato dei dibattiti intellettuali dei college degli anni Settanta. È destinato, in altre parole, a essere un cult assoluto.» - New York Times
Sono le avanguardie che hanno cambiato la storia dell’umanità: dal movimento medievale del Libero Spirito alle rivolte nell’Inghilterra del ’600, dalla nascita del movimento Dada alla fondazione dell’Internazionale situazionista di Guy Debord, fino al Maggio francese. Lipstick traces è un libro acuto e ben documentato, che esplora la contemporaneità attraverso la storia dell’arte, della musica e della società.
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Autore:
Traduttore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2018
In commercio dal:
24 maggio 2018
Pagine:
446 p., ill. , Brossura
EAN:
9788842821809
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Guido Galdini
01 giugno 2021
Il metodo utilizzato dai più rinomati critici musicali di rock e pop è di mitragliare, una dopo l’altra, frasi ad effetto le più strampalate possibile. Qui viene ampiamente messo in campo per descrivere l’avventura dei Sex Pistols (un esempio tra mille: “Le copertine dei Velvet sono state una pietra miliare punk, ma questa è solo aritmetica”). Così va il mondo e dobbiamo rassegnarci. Ma quando ci si monta la testa e lo stesso metodo viene preso a prestito per raccontare la storia dei movimenti culturali più estremi del ventesimo secolo (dada, lettrismo, situazionismo, mescolata a rischiosi richiami ad eresie medievali: catari, fratelli del libero spirito, anabattisti estremi) la lettura si fa molto meno avvincente: il testo si sgonfia e mostra tutta la sua insignificanza critica, oltre ad infondere un senso di fastidiosa ripetitività anche nel più benevolo dei lettori. Chi vuol capire qualcosa di questi movimenti (e non farsi unicamente rimbombare di slogan il cervello) deve dirigersi da tutt’altra parte: ad esempio, per il situazionismo sono disponibili gli austeri e informatissimi saggi di Gianfranco Marelli. Chi vuole invece sprofondare nel punk, basta che si rivolga a Stewart Home, che, tra l’altro, a Greil Marcus non gliele manda a dire. La seconda stella è per la costanza di aver perseverato per quattrocento pagine senza la minima distrazione.
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