Quattro ore per percorrere gli oltre quarantaduemila metri che compongono il percorso della maratona di New York, quattro ore per riassumere il senso di una città. New York coincide qui con le estremità della linea blu che definisce, dipinta sull'asfalto, il tragitto più breve possibile per arrivare al traguardo svelando un'inesauribile varietà di luoghi e persone, storie e memoria. E sarà proprio la memoria a bussare alla mente del protagonista, Max, brillante globe-trotter di professione architetto, ma con un passato da rivoluzionario militante. Max partecipa alla sua prima maratona, dopo oltre un anno di allenamento, ma la sua corsa si gioca sul filo della memoria, vari piani si mischiano in questo romanzo silenzioso scandito dai passi ritmati di una folla in marcia, dove però i partecipanti sono ognuno solo con se stesso. Davanti agli occhi di Max scorrono strade, visi, negozi e soprattutto ricordi di una vecchia militanza, e poi le donne, una in particolare, che sembra risalire vertiginosamente dal passato. Daniel De Roulet costruisce una narrazione curiosa e capace di rapire il lettore consegnandolo alle strade di New York grazie a uno stile scarno e diretto che restituisce in maniera icastica la metropoli americana, una grazia che a tratti ricorda il Perec di Esaurimento di un luogo parigino, seppur qui in un continuo movimento. Ed è un vero peccato che una narrazione che tanto è capace di mimetizzarsi con la corsa, fino a far assaporare gli odori delle strade e l'affanno crescente di un corpo ormai privo energie, venga appesantita da una sorta di memoria rivoluzionaria estremamente stereotipata, che non fa che banalizzare l'intero racconto, per non parlare degli accenni relativi a Giangiacomo Feltrinelli che assomigliano più a una strizzatina d'occhio che a un ricordo sincero. Giacomo Giossi
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