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Richard Strauss compose Lieder per quasi ottant’anni, dalla prima infanzia alla stanca ma feconda vecchiaia, dall’epoca di Liszt e Bismarck a quella di Boulez e delle due Germanie. Tanta longevità e fantasia creativa furono la fonte di quel lungo corso di capolavori e successi imperituri di cui ammiriamo ancora oggi la scintillante bellezza di superficie e la preziosa ricchezza dei fondali. Qui i Lieder vengono letti non solo come parte del cammino estetico tra il mondo di ieri e la modernità (con tutta l’attenzione che Strauss riservò ai poeti del suo tempo), ma anche in riferimento a un lessico di motivi poetico-musicali ricorrenti in varie forme, spesso confermati da esempi paralleli nelle opere per il teatro o sinfoniche. Il sol maggiore dei Lieder più solari, i temi legati a "Till Eulenspiegel" e "Tod und Verklärung", la magia del valzer, l’appagamento dell’ac-cordo di quarta e sesta, il dolce incedere del passo (o motore) a quattro tempi della camminata crepuscolare, il delicato stormire delle semicrome, il violino solo come rappresentazione dell’animo poetico, il vento stilizzato, la frenesia, gli accecanti accordi di luce o buio, il movimento furtivo, la strumentazione da café chantant, gli intervalli metafisici, le dissonanze dolci-amare del piacere erotico: sono solo alcuni dei 49 motivi isolati nei Lieder (seguendo la lezione di Eric Sams), possibili boe nell’oceano altrimenti insondabile del linguaggio musico-verbale, che dev’essere altro rispetto alla mera confluenza dei mari e dei fiumi di musica e poesia. Per ciascuno dei 157 Lieder composti da Strauss tra il 1885 e il 1948 Erik Battaglia propone qui un commento, la traduzione del testo poetico e alcune note esplicative su aspetti essenziali del processo compositivo. Nelle appendici è presa in esame una selezione di Lieder orchestrali (con particolare riferimento ai Vier letzte Lieder) e compendiata la produzione giovanile. Completano il volume tre scritti di Richard Dehmel, Eric Sams e Dietrich Fischer-Dieskau (con un breve excursus sulla discografia straussiana del grande baritono), oltre a un raro documento sul rapporto tra Strauss e il regime nazista. Michael Kennedy, uno dei massimi studiosi di Strauss, scrive nella prefazione: “Il libro di Erik Battaglia si colloca nel piccolo drappello delle esplorazioni essenziali dell’opera di Strauss”.
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