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«Il gatto è l’anima dell’antico Egitto, colui che tramanda i racconti degl’imperi dimenticati di Meroe e Ophir. È il fratello dei signori della giungla, l’erede dei segreti della selvaggia e sinistra Africa. La Sfinge è sua cugina ed egli ne parla la lingua, ma è più antico della Sfinge e ricorda cose che essa ha dimenticato». Questo passo, tratto da una lettera del 21 maggio 1920, rappresenta soltanto una delle centinaia, migliaia forse, dei pensieri e delle riflessioni che Howard P. Lovecraft, maestro del racconto orrorifico e fantastico oggetto di un culto ininterrotto, dedica ai gatti. Non potrebbe essere altrimenti: nei suoi quarantasette anni di vita lo scrittore avrebbe redatto circa centodiciottomila lettere e, dato il suo sviscerato amore per i felini, non sorprende neppure che abbia costellato le sedicimila censite di riferimenti al gatto, il quale «nella sua grazia impeccabile e superiore autosufficienza» rappresenta «un simbolo della bellezza perfetta e incurante personalità dello stesso universo», tant’è che «nella sua aura di silenzioso mistero risiede […] ogni meraviglia e fascino dell’ignoto». Avvalendosi della propria conoscenza nell’ambito della sterminata produzione lovecraftiana, Gianfranco De Turris e Claudio De Nardi, con la collaborazione di Pietro Guarriello, hanno raccolto in questo breve ma denso volume riflessioni, racconti (tra questi lo straordinario I gatti di Ulthar) poesie e passi dall’epistolario dello scrittore statunitense in tema felino, cui si accompagnano illustrazioni originali e un significativo corredo fotografico: vale la pena di ricordare lo scatto con Lovecraft e il gatto Felis: difficile dire quale sia lo sguardo più enigmatico.
Piccolo e prezioso libro consigliato in particolare soltanto ai più incalliti collezionisti. Volumetto curato dal grande G.DeTurris e dal compianto De Nardi, con la partecipazione di Pietro Guarriello, contiene: un breve articolo di Joshi (massimo esperto americano di Lovecraft), il racconto del genio di Providence, "I gatti di Ulthar", un breve estratto, sempre a tema felino di "Kadath", tre poesie di Lovecraft dedicate ai gatti e un'altra breve sezione dedicata all'epistolario di H.P.L.
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