Nome d'arte di Ivo Livi, attore francese. Per sfuggire alle persecuzioni fasciste il padre si rifugia dalla Toscana in Francia e Ivo, questo il suo nome originale, cresce arrangiandosi fra mille mestieri. Virile e fascinoso, si scopre una bella voce e quando conosce la già famosa E. Piaf si butta nel mondo dello spettacolo. Esordisce sotto la guida di M. Carné in Mentre Parigi dorme (1946) e nel 1953 sfodera già i numeri dell'attore di rango condividendo la grande performance di C. Vanel in Vite vendute di H.-G. Clouzot, nei panni del camionista Mario, ultimo a morire al termine del fatale trasporto del carico di nitroglicerina. I ruoli successivi fremono di pari forza drammatica, come il pilota contrabbandiere di Gli eroi sono stanchi (1955) di Y. Ciampi, il cacciatore di Uomini e lupi (1956) di G. De Santis o il brigante di La legge (1958) di J. Dassin. Mentre prosegue una brillante carriera di chansonnier, sbarca anche a Hollywood e seduce M. Monroe in Facciamo l'amore (1960) di G. Cukor, anche se restano europei i suoi ulteriori film di maggior spicco, da La guerra è finita (1966) di A. Resnais a Z - L'orgia del potere (1969) e La confessione (1970) entrambi di C. Costa-Gavras. Con il suo carisma, accresciuto dagli anni, fa salire anche di livello i già robusti polizieschi ai quali partecipa, di volta in volta gangster o sbirro. È il caso di I senza nome (1970) di J.-P. Melville, Police Python 357 (1976) e Codice d'onore (1981) entrambi di A. Corneau. Lavora anche con J.-L. Godard in Crepa padrone, tutto va bene (1972) e con C. Sautet in Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre (1974), opera tutta al maschile con quattro uomini alla resa dei conti dei sentimenti e dei desideri, nella quale M. raggiunge probabilmente il più alto equilibrio fra istinto e tecnica, fondendo i toni istrionici all'umanità del suo personaggio. Nel 1986 recita nelle due opere in costume di C. Berri Jean de Florette e Manon delle sorgenti, mentre il suo ultimo film è il cerebrale e sterile IP5 - L'isola dei pachidermi (1991) in cui il regista J.-J. Beineix gli impone l'impegnativo ruolo di un vecchio vagabondo. Muore per un attacco di cuore prima della fine delle riprese.