(Amasia, Ponto, 64 ca a.C. - 24 ca d.C.) geografo e storico greco. Nato da famiglia aristocratica, studiò a Nisa in Caria e poi a Roma. Compì numerosi viaggi, in Asia Minore, in Italia, Egitto e Grecia. Di questi viaggi è traccia in alcune belle pagine descrittive della sua opera conservata, la Geografia, in 17 libri, che comprendeva tutto il mondo allora conosciuto, dalla Spagna all’Asia Minore. Essa doveva servire, secondo S., a fornire ai governanti le conoscenze di geografia, sia naturale che umana, necessarie alla condotta dell’amministrazione e della guerra. Greca nella lingua e nell’uso delle fonti (Posidonio, Artemidoro, Eratostene, Omero ecc.), la Geografia riflette la nuova realtà politica creata dall’impero di Augusto, nella concezione universale e nel modo positivo con cui si valuta l’opera di romanizzazione dei popoli rimasti ai margini della cultura greca. L’opera ebbe grande fortuna per tutto il medioevo e sino all’età moderna, ed è importante anche per le informazioni che ci offre sulle conoscenze scientifiche antecedenti e contemporanee. Nei Commenti storici, opera giovanile perduta, S. continuò le Storie di Polibio fino al 27 a.C.