Compositore. Studiò con N. Zingarelli a Napoli ed esordì come operista nel 1819. Nel 1833 fu nominato maestro di cappella del duomo di Novara; nel 1840 assunse la direzione del conservatorio di Napoli. Divenne cieco nel 1862. Fu uno dei compositori d'opera più popolari del suo tempo, non solo in Italia ma anche in Spagna e in altre nazioni europee, e fu spesso all'estero per allestire opere proprie (nel 1836 a Parigi, su invito di Rossini). Musicista elegante e misurato, fu dotato di un limpido talento melodico cui venne progressivamente affiancando una forte coscienza strumentale e armonica e una notevole capacità di caratterizzazione drammatica. Nel panorama dell'opera italiana tra Rossini e Verdi, rispetto agli altri due grandi protagonisti Bellini e Donizetti, M. appare caratterizzato da una prevalente inclinazione retrospettiva, neoclassicheggiante. Fra i suoi lavori teatrali (oltre 60) vanno ricordati L'apoteosi di Ercole (1819), Elisa e Claudio (1821), Donna Caritea regina di Spagna (1826), I normanni a Parigi (1832), Le due illustri rivali (1838), Elena da Feltre (1838), Il giuramento (1837), Il bravo (1839) – queste ultime due sono le partiture più riuscite sul piano costruttivo ed espressivo – La Vestale (1840), Il reggente (1843), Medea (1851). Compose inoltre balletti, musica sinfonica (tra cui la Sinfonia Garibaldi sul tema dell'inno «Si scopron le tombe»), una ventina di messe e altra musica sacra (tra cui l'oratorio Le sette parole di Nostro Signore), cantate, varia musica da camera.