Michel Henry (1922-2002), filosofo e scrittore, ha insegnato filosofia all’Università Paul Valéry di Montpellier ed è tra le voci più significative della fenomenologia e del pensiero filosofico contemporaneo. L’essenza della manifestazione, pubblicata nel 1963, è l’opera fondatrice in cui si delinea la sua prospettiva teorica. Il problema dell'essere dell'ego Il senso dell’essere dell’ego è il tema di queste ricerche. Esse mirano a mettere in luce, dinanzi allo sguardo filosofico, ciò che intendiamo quando diciamo, continuamente e ogni volta che si tratta di noi stessi: io, me. La filosofia ci ha abituati in questi ultimi tempi a interrogarci, con radicalità, su ciò che si dà il più delle volte come ovvio e che tutti sanno e comprendono. A questo ambito del più comune e del più banale non appartiene forse l’ego in una maniera eminente? È vero che da tempo la psicologia ha fatto dell’io, o della personalità, un oggetto di studio e il titolo di uno dei suoi capitoli. Sul modo in cui si forma in noi l’idea dell’io, sul suo contenuto, sul suo ruolo nel complesso della vita psichica, e su altri problemi analoghi non le diremo nulla di nuovo. Ma quale credibilità si può concedere a ricerche che non hanno mai fatto luce su se stesse e che ci consegnano risultati la cui portata non sono in grado di valutare? Se lo stesso Descartes ha omesso di problematizzare ciò che costituisce il senso dell’essere del sum, quale aiuto potrebbe mai venirci dalla psicologia, che edifica le sue conoscenze positive sul fondamento non esplicitato dell’essere e tratta l’io come un oggetto o, il che è lo stesso, come un “soggetto”, senza essersi prima interrogata su ciò che costituisce la condizione di possibilità di ogni oggetto come tale.