Giorgio Agamben era professore di estetica presso la Facoltà di Design e Arti dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Dal 1978 al 1986 ha coordinato per la casa editrice Einaudi l'edizione italiana delle Opere di Walter Benjamin. Con Homo sacer (Einaudi 1995) ha segnato una nuova direzione nel pensiero politico attuale. Ha pubblicato, fra l'altro, Stanze (Einaudi 1977); Infanzia e storia (Einaudi 1978 e 2001); Il linguaggio e la morte (Einaudi 1982); Idea della prosa (Feltrinelli 1985); La comunità che viene (Einaudi 1990; Bollati Boringhieri 2001), Homo sacer (Einaudi 1995), Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone (Bollati Boringhieri 1998); Stato d'eccezione (Bollati Boringhieri 2003); La potenza del pensiero (Neri Pozza 2005), Il regno e la gloria. Per una genesi teologica dell'economia e del governo (Neri Pozza 2005), Il linguaggio e la morte (Einaudi 2008), La potenza del pensiero (Neri Pozza 2010), Altissima povertà. Regole monastiche e forma di vita (Neri Pozza 2011), L’uso dei corpi (Neri Pozza 2014), Che cos'è il reale? La scomparsa di Majorana (Neri Pozza 2016). Dirige per Neri Pozza la collana «La quarta prosa». Presso Quodlibet ha pubblicato: Gusto (2015), Idea della prosa (nuova edizione aumentata, 2002-2013), L'uomo senza contenuto (1994), Bartleby. La formula della creazione (1993) e Stasis (Bollati Boringhieri 2019).
Ha vinto il Premio Nonino 2018, Maestro del nostro tempo, con la seguente motivazione: "Le sue indagini, sempre in cerca di fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall'estetica all'etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull'esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell'Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un'evoluzione, da uomo antico che "poteva" a un uomo moderno che "vuole", e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un'età di olocausti."