(Chicago 1904 - New York 1979) scrittore statunitense. L’esperienza personale del duro microcosmo urbano in cui crebbe - il South Side di Chicago - fu la fonte inesauribile della sua imponente opera narrativa, nella quale intese ricostruire, secondo i moduli del naturalismo liberamente interpretati, «la storia d’America quale l’ho conosciuta... speranze, ignominie, aspirazioni». Nella trilogia La vita di Studs Lonigan (Studs Lonigan, 1932-35) la parabola del giovane eroe dalla corruzione alla morte precoce dipinge vigorosamente gli effetti distruttivi della società capitalistica. Le opere seguenti - dal romanzo sperimentale Tutto, ma non un cuore (Gas-House McGinty, 1933) ai cicli di Danny O’Neill (1936-53) e di Bernard Clare (1946-52) fino a Una vita nuovissima (A brand new life, 1968, nt) - sono rielaborazioni degli stessi temi: quasi sezioni di un’unica, immensa saga urbana. Se non riuscì sempre a rinnovarsi, F. seppe conservare intatta la propria autonomia artistica, come dimostra il saggio Nota sulla critica letteraria (A note on literary criticism, 1936), in cui espresse lucidamente il suo dissenso dagli schematismi ideologici dei marxisti americani che lo accusavano di scarsa ortodossia.