Denise Leverton è stata una poetessa statunitense. Di padre ebreo-russo, si è formata in un’atmosfera culturale cosmopolita; ha studiato musica e pittura e frequentato una scuola di danza: esperienza che si traduce nella sua poesia in metafora della disciplina formale. Nel 1948 si è trasferita negli Stati Uniti, dove l’incontro con i poeti del Black Mountain (Robert Duncan, Charles Olson, Robert Creeley) e il ripensamento della lezione di William Carlos Williams sono stati decisivi per la definizione del suo linguaggio poetico, che associa a un’intensa concretezza una dimensione visionaria e incantata. Tra i suoi volumi di versi si ricordano: Qui e ora (Here and now, 1957), La scala di Giacobbe (The Jacob’s ladder, 1961), La danza del dolore (The sorrow dance, 1967), testimonianza del suo impegno politico pacifista negli anni della guerra in Vietnam; Riapprendendo l’alfabeto (Relearning the alphabet, 1970), Vita nella foresta (Life in the forest, 1978), ardita ricerca di nuove modalità liriche; Luci a Babilonia (Candles in Babylon, 1981); Acqua viva (Breathing the water, 1987). Ha pubblicato anche saggi, tra cui La luce sopra la grotta (Light up the cave, 1981). Parte della sua opera poetica è tradotta in Oltre la fine (1998).
Fonte immagine: Illustrazione di Agata Rivino