Anatole France è stato un celeberrismo scrittore francese. Figlio di un libraio parigino, visse dapprima di impieghi editoriali, poi divenne bibliotecario presso il senato, mentre collaborava a quotidiani e riviste. Nel 1896 fu eletto all’Académie française. Innocentista durante il processo Dreyfus, si accostò alla vita politica e fu tra gli ispiratori delle leggi per la laicizzazione della scuola pubblica. Dopo la rivoluzione russa si dichiarò a favore delle idee comuniste. L’esordio letterario di F. avvenne con qualche poesia inserita nel Parnasse contemporain del 1871. Poco dopo uscirono i Poemi dorati (Les poèmes dorés, 1873), dedicati a Leconte de Lisle. Ma presto prevalse la sua vocazione di prosatore, con due racconti (Giocasta e il gatto magro, Jocaste et le chat maigre, 1879) che gli valsero gli elogi di Flaubert, e poi con il romanzo Il delitto dell’accademico Sylvestre Bonnard (Le crime de Sylvestre Bonnard, membre de l’Institut, 1881), satira del mondo accademico. Il primo grande successo venne con Taide (Thaïs, 1890), rievocazione di un torbido e decadente mondo alessandrino. Del 1893 sono Le opinioni di Jérôme Coignard (Les opinions de J.C.), La tragedia umana (L’humaine tragédie), e La rosticceria della regina Piedoca (La rôtisserie de la reine Pédauque), ambientato in una pittoresca Parigi tardo-secentesca. Seguirono Il giglio rosso (Le lys rouge, 1894), racconto d’amore e di mondanità ambientato tra Parigi e Firenze, e una serie di quattro romanzi (raccolti sotto il titolo di Storia contemporanea, Histoire contemporaine) che segnano la maturità dei mezzi espressivi di F. e l’acuirsi del suo interesse per i temi sociali e politici: L’olmo del viale (L’orme du mail, 1897), Il manichino di vimini (Le mannequin d’osier, 1897), L’anello d’ametista (L’anneau d’améthyste, 1899), Monsieur Bergeret a Parigi (M. Bergeret à Paris, 1901). Uscirono anche, all’inizio del secolo, L’affare Crainquebille (L’affaire Crainquebille, 1901), Opinioni sociali (Opinions sociales, 1902) e Storia comica (Histoire comique, 1903). Fra le opere dell’ultimo periodo ricordiamo la vivida e spregiudicata Vita di Giovanna d’Arco (La vie de Jeanne d’Arc, 1908), il racconto allegorico-satirico L’isola dei pinguini (L’île des pingouins, 1908), il romanzo storico Gli dei hanno sete (Les dieux ont soif, 1912), dove il clima della rivoluzione francese è ricostruito alla luce dell’avversione al fanatismo e dell’amore per la tolleranza tipici di F., e La rivolta degli angeli (La révolte des anges, 1914). Dopo la guerra del 1914-18, che lo disorientò profondamente, pubblicò ancora Il piccolo Piero (Le petit Pierre, 1918) e La vita in fiore (La vie en fleur, 1922). Nel 1921 ricevette il premio Nobel. Scrittore di raffinata cultura e di superba eleganza, F. nasconde sotto le vesti di un ironico scetticismo, di un amabile disincanto e di un facile e indulgente epicureismo la sua profonda partecipazione ai drammi dell’uomo moderno e il suo impegno in difesa dell’umana dignità. Estrema incarnazione dello spirito razionalista francese, la sua opera ha però scarsi punti di contatto con i successivi sviluppi della letteratura moderna.