Edizioni Anfora sin dall’inizio si è sempre occupata di letteratura Centro Europea, in particolare ungherese. Nasce nel 2004 con lo scopo di ricreare la simbiosi tra letteratura occidentale e centroeuropea, riallacciando con una storia bimillenaria tra Est e Ovest. Un ponte rigorosamente letterario e identitario. L'obiettivo è di presentare autori qui ancora poco noti, ma già apprezzati all’estero.
Idealmente la linea editoriale si riferisce al concetto geografico di Centro Europa dello storico polacco Oscar Halecki: Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Slovenia, Ungheria, Romania (Transilvania), Croazia, Serbia, Ucraina, Lituania, Bosnia Erzegovina.
Edizioni Anfora pubblica narrativa moderna e contemporanea, cercando nel presente o nel recente la continuazione di questo sentire centroeuropeo.
Dal 2016 la casa editrice è rinata in una nuova veste. A questo scopo non solo ha ripubblicato titoli precedenti con nuova cura in nuove edizioni, ma ha voluto continuare il cammino intrapreso con Magda Szabó pubblicando il suo primo romanzo, l'Affresco, che spinse Herman Hesse a promuovere la scrittrice facendole raggiungere la fama oltreconfine.
Tra i traguardi raggiunti il Premio Acerbi per Le campane di Einstein di Lajos Grendel. Sono stati i primi editori italiani a pubblicare la prosa di Ana Blandiana con la raccolta di racconti Progetti per il passato; il primo romanzo dallo slovacco mai apparso in Italia, È sempre verde di Pavel Vilikovsky, il capolavoro di Dezső Kosztolányi: Anna Édes, che fu ammirato anche da Sándor Márai.
Nel 2019 il festival Pordenonelegge ha invitato l'autore Imre Oravecz, uno dei più grandi poeti-scrittori viventi, molto stimato anche da László Krasznahorkai, per presentare il libro Settembre 1972 che si è aggiudicato il secondo posto nella lista dei migliori libri tradotti del 2019 della rivista Indiscreto per la traduzione di Vera Gheno.