(Londra 1757-1827) poeta, pittore e incisore inglese. Figlio di un commerciante londinese, studiò disegno, e nel 1772 divenne incisore. Nel 1784 aprì a Londra un negozio di stampe; lì pubblicò i suoi libri di poesie, con illustrazioni eseguite da lui stesso. Nella prima opera di B., Schizzi poetici (Poetical sketches, 1783), non si manifesta che in minima parte la straordinaria carica innovativa della sua poesia. Bisogna attendere i due volumi di Canti dell’innocenza (Songs of innocence, 1789) e Canti dell’esperienza (Songs of experience, 1794) perché essa emerga con evidenza. Le due raccolte furono concepite come opere complementari, espressione delle «due opposte tendenze dell’animo umano». Sono incise su rame e decorate con disegni dell’autore secondo quella tecnica particolare di illuminated printing (stampa alluminata o miniatura a stampa) che, mescolando visivamente pittura e poesia, attua una sintesi delle due arti. Dal punto di vista formale, i Canti derivano dalla ballata popolare contemporanea; ma se ne distaccano per la complessa e geniale fusione di simbolismo criptico, di impulso visionario e di mordente critica sociale. Intorno al 1797, B. iniziò la serie dei grandi «libri profetici»: Il matrimonio del cielo e dell’inferno (The marriage of heaven and hell, 1790), America (1793), Il libro di Urizen (The book of Urizen, 1794), Milton (1804), Gerusalemme (Jerusalem, 1804) e Vala, o i quattro Zoas (Vala, or the four Zoas), pubblicato postumo.L’aggettivo che con maggior precisione definisce il genio poetico di B. è «visionario». Nella profonda, tenace convinzione che le sue visioni interiori fossero più reali del mondo esterno, egli tese a incarnarle sia col mezzo poetico sia con quello pittorico. Nei suoi «libri profetici», influenzato dal neoplatonismo, da Swedenborg, da Böhme, dalla Cabala e soprattutto dal Vecchio e Nuovo Testamento, B. tracciò un quadro esoterico e potentemente animato, nel quale s’intrecciano mitologie e simbolismi. Sulla base dell’ardita ipotesi che l’artista è un veggente, dotato della facoltà di penetrare nella verità fantastica del cosmo, i «libri profetici» offrono una rappresentazione vividamente drammatica dei temi ricorrenti in tutta l’opera di B.: la falsità della morale corrente, la natura divina dell’energia e dell’immaginazione, la negatività delle ideologie meccanicistiche nate dall’industrialismo, l’unità mistica dell’universo.È su questo impianto di fondo che la visionarietà di B. acquista toni utopistici e valenza a suo modo rivoluzionaria. In opposizione a una concezione dell’uomo diviso fra spirito e corpo, desiderio e repressione, realtà e fantasia, B. esalta l’attività creatrice e totalizzante dell’immaginazione attraverso la quale può essere ricomposta, in un tutto organico, la realtà scissa. Nel Libro di Thel (The book of Thel, 1789) B. sviluppa ulteriormente il proprio concetto di innocenza, la quale non deriva dalla ignoranza sessuale e quindi dalla repressione, bensì, come dimostra nelle Visioni delle figlie di Albione (Visions of the daughters of Albion, 1793), dalla gratificazione sessuale in quanto matura e rifondata innocenza e liberazione dalla morale conformistica.