(Cesenatico 1885-1979) poeta e narratore italiano. Abbandonò gli studi classici per seguire a Firenze un corso di arte drammatica; ma interruppe anche questo per dedicarsi interamente alla letteratura. Nelle sue prime raccolte di versi, Fraternità (1905) e soprattutto Poesie scritte col lapis (1910), è evidente l’impronta di Pascoli e di poeti come A. Samain e F. Jammes, per lo stabilirsi di quel tono «crepuscolare» - secondo la definizione attribuitagli da G.A. Borgese - che si ritroverà anche nella sua narrativa. Vicende semplici ambientate in un angusto mondo provinciale popolato da personaggi spenti e rinunciatari, rese in uno stile dimesso ma illuminato da lampi di personale umorismo, caratterizzano i suoi numerosi romanzi e racconti. Tra i più noti: La voce di Dio (1920), I puri di cuore (1923), La vedova Fioravanti (1941), Il fiocco verde (1948), La camera degli sposi (1958). Negli ultimi anni M. è ritornato alla poesia con L’ultima estate (1968), Tre anni e un giorno (1971), Le poverazze (1973).