Maria Luisa Spaziani è stata una poetessa e traduttrice italiana (ha tradotto da Gide, Audiberti e Cocteau), candidata tre volte al Premio Nobel per la Letteratura. Era nata a Torino da una famiglia benestante: il padre Ubaldo Spaziani era dirigente di un’azienda dolciaria. La città le avrebbe offerto le amicizie letterarie e la possibilità di intrattenere relazioni intellettuali: Maria Luisa scopre la letteratura, da Collodi a Dickens a Cervantes, e poi la poesia, con Pascoli, Ada Negri, Gozzano. Negli anni trenta cominciò ad avvicinarsi ufficialmente – e non più solo per diletto – alla vita intellettuale. Frequentava il Circolo filologico di corso Valdocco, scriveva sul giornale “Pietro Micca” e poi sulla “Gazzetta del popolo”, e intanto studiava la poesia latina e italiana contemporanea con Vincenzo Ciaffi. A soli diciannove anni fondò, insieme a un manipolo di amici, la rivista “Il girasole”, che si trasforma poi nel “Dado”. Ne era, tra l’altro, la direttrice, e ospitò gli scritti di Umberto Saba, Vasco Pratolini, Sandro Penna. Virginia Woolf, venuta a conoscenza della rivista e della giovane età di Spaziani, le inviò un capitolo del suo romanzo Le onde, ancora inedito, accompagnato dalle parole «Alla piccola direttrice». Nel 1949 incontrò, in occasione di una sua conferenza al teatro Carignano, Eugenio Montale, con cui iniziò una proficua collaborazione intellettuale e intrattenne una profonda relazione d’amicizia. Cominciò a scrivere per quotidiani e riviste, vinse una borsa di studio alla Sorbona e pubblicò nella collana “Lo specchio” la sua raccolta d’esordio Le acque del sabato. Da qui in poi, tutta la sua carriera poetica la portò ad affermarsi come autrice e intellettuale. Viaggiò per il mondo e per l’Italia per tenere seminari e lezioni, continuò a pubblicare per Mondadori e tradusse due opere di Yourcenar per Feltrinelli, divenne ordinaria all’Università di Messina come docente di letteratura tedesca e si distinse come saggista sul teatro. Sposò Elémire Zolla nel 1958, ma il matrimonio si interruppe dopo appena due anni. Coronò la sua produzione poetica con un poema in endecasillabi non rimati su Giovanna d’Arco nel 1990, ma non smise di scrivere e pubblicare fino alla morte improvvisa, nel 2014, a novantun anni. Nel 2012 Mondadori le dedicò un Meridiano.
Illustrazione di Giada Conte, 2022