Luca Pacioli nacque nel 1445 a Borgo Sansepolcro, in Valtiberina, un lembo di terra fulcro di commerci e di movimenti culturali.
La sua modesta famiglia lo aveva inviato a Venezia presso la Scuola di Rialto, un centro di specializzazione di geometria, scienze, economia e matematica pratica.
Pacioli si trasferì a Roma nel 1471, ospite del celebre architetto Leon Battista Alberti; divenne francescano conventuale e cominciò la peregrinazione presso diversi centri culturali religiosi e universitari, approfondendo i suoi studi in campo teologico e filosofico. Insegnò algebra all’Università di Perugia nel 1974 e, nel 1481, presso il convento francescano di Zara.
A Perugia e nella Firenze medicea frequentò artisti e letterati di altissimo livello, e poi di nuovo si trasferì a Roma, dove insegnò e discusse di geometria euclidea.
Nell’estate del 1491 passò nella natia Sansepolcro scossa da contrasti di genere culturale e religioso. Poi a Padova, Assisi e, nel 1494, a Urbino, dove si trovò coinvolto nel grande movimento intellettuale promosso da Federico da Montefeltro. Sempre nel 1494 fu a Venezia per curare la stampa della Summa, importante trattato matematico; poi a Milano, invitato da Ludovico il Moro, il mecenate più importate del Rinascimento. Lì incontrerà il personaggio fondamentale per la sua maturazione culturale: Leonardo.
Il maestro di Vinci condivise con Luca gli incontri scientifici milanesi, instaurando uno stretto rapporto di amicizia. Insieme scrissero il De divina proportione, capolavoro di teologia, matematica e geometria.
Il soggiorno presso gli Sforza ebbe termine nel 1499: la rovina militare del principe di Milano costrinse Luca e Leonardo ad una precipitosa fuga a Mantova presso la splendida corte della giovane Isabella d’Este; li scriverà il celebre manoscritto De ludo scachorum.
Lasciata Mantova, Pacioli insegnerà a Firenze, Pisa e Bologna. Sarà a Venezia nel 1509 per curare la stampa dei suoi libri più importanti; poi seguiranno brevi trasferte “religiose” a Perugia e Sansepolcro e il soggiorno a Roma per l’insegnamento all’Università, dove concluderà i suoi giorni, nel 1517.