(Roma 1637 - Firenze 1712) scienziato e letterato italiano. Di nobile famiglia, compì lunghi viaggi in Europa, in privato o come diplomatico del granduca di Toscana. Segretario dell’Accademia del Cimento, descrisse gli esperimenti scientifici suoi e dei colleghi nei Saggi di naturali esperienze (1667), dove si avverte l’influsso della tradizione galileiana. Una difesa dell’ortodossia cattolica e moderate riserve sulla possibilità della scienza emergono invece nelle Lettere familiari contro l’ateismo (pubblicate postume nel 1719). Meno interessante la sua produzione letteraria (versi, novelle, un commento ai primi cinque canti dell’Inferno dantesco), anche se in essa affiora uno spirito estroso e sottile che unisce alla serietà scientifica l’esigenza di uno stile conversevole ed elegante, preludio al gusto settecentesco. Assai note le sue Lettere sulle terre odorose d’Europa e d’America dette volgarmente buccheri (1695): in una prosa sensuale e raffinata, esse inventano una sorta di «filosofia degli odori», ossia la metamorfosi del mondo (un mondo di salotti e di porcellane) in un’immensa sinfonia di effluvi, che i sensi esaltati dell’«odorista» captano e assorbono fin quasi al delirio.