(Filadelfia 1771-1810) scrittore statunitense. Di solida famiglia quacchera, studiò legge, ma si dedicò esclusivamente alla carriera letteraria e giornalistica, qualificandosi come il primo scrittore professionista d’America. Minato dalla tisi, visse tra Filadelfia e New York, dove fu amico del drammaturgo W. Dunlap e del medico E.H. Smith. Dopo i giovanili esperimenti, poetici e saggistici, e l’esordio di Alcuin (1798), dialogo utopico in difesa dei diritti delle donne, pubblicò 4 romanzi: Wieland (1798), Ormond (1799), Arthur Mervyn (1799), Edgar Huntly (1799), destinati a esercitare un’influenza decisiva sulla nascente narrativa americana. B. riprese, infatti, gli schemi e i meccanismi del romanzo «gotico», iniziato in Inghilterra da H. Walpole, ma, adattandoli alla storia e geografia americane, li trasformò: il terrore da esterno si fece interiore, e affondò radici nella psiche. Particolarmente Wieland, che imprime dignità tragica a un episodio di cronaca nera (la strage di una famiglia per mano del padre, maniaco religioso), e Edgar Huntly, il cui protagonista, un sonnambulo, si batte con gli indiani assalitori, imponendosi come prototipo dell’eroe western, diedero inizio a quella tradizione del «gotico» americano che ha i suoi continuatori in E.A. Poe e N. Hawthorne, in A. Bierce, in W. Faulkner, in W. Burroughs.