Carlo Dossi è stato uno scrittore italiano. Giovanissimo, fu a contatto con la scapigliatura milanese e fondò «La Palestra letteraria, artistica e scientifica» (1867). Nel 1870 si trasferì a Roma e, protetto da F. Crispi, percorse una brillante carriera diplomatica che lo portò a Bogotà, ad Atene e in Eritrea. Scrittore stravagante, esaurì la sua vena narrativa in un arco di tempo relativamente breve, tra il 1868 e il 1887, con una serie di libri che sfuggono alla classificazione dei tradizionali generi letterari, rivelandosi autore autobiografico e romanzesco ne L’altrieri-nero su bianco (1868) e in Vita di Alberto Pisani (1870), allegorico-didascalico nel romanzo-favola La colonia felice (1878), bozzettista umoroso in Goccie d’inchiostro (1880), ritrattista satirico nei Ritratti umani, dal calamajo di un medico (1874) e nei Ritratti umani-Campionario (1885), osservatore antipurista e iconoclasta dei casi letterari e linguistici nella Desinenza in A (1878 e 1884) e, soprattutto, nel ricchissimo zibaldone postumo Note azzurre, uscito parzialmente nel 1912 e integralmente nel 1964. A queste opere sono da aggiungere un lavoro teatrale in dialetto milanese, Ona famiglia de cilapponi (1873), in collaborazione con Gigi Pirelli, la raccolta Fricassea critica di arte, storia e letteratura (1906) e il saggio critico incompiuto Rovaniana (postumo, 1944). Nota comune dell’intera produzione dossiana (sia di quella esplicitamente creativa, sia di quella saggistica) è il gusto del capriccio, del grottesco deformante e dissacrante, del «pastiche» stilistico. Nei libri di narrativa D. sconvolge la struttura principale del racconto, innestando di continuo divagazioni, variazioni, episodi secondari, alla maniera di Sterne e di Jean Paul, suoi autori prediletti; nelle note critiche stravolge la logica dei giudizi con immagini bizzarre, cariche di sarcasmo o di sottile umorismo. Suprema è l’abilità del gioco sintattico e lessicale, con bruschi scarti dall’aulico al popolaresco, col rimescolamento di vocaboli latini e lombardi, tecnici e gergali.