Alberto Asor Rosa è stato un critico letterario, saggista e politico italiano. Scrisse di sentirsi come «quegli animali primitivi che a un certo punto uscirono di scena per il totale mutamento delle condizioni generali del pianeta», perché ogni sua scelta lo portava, in modo ineludibile, controcorrente.
Nato nel 1933 a Roma, ha insegnato per molti anni all’Università «La Sapienza». Ha diretto la Letteratura italiana Einaudi nelle sue varie forme ed estensioni. Per lo stesso editore ha pubblicato Scrittori e popolo, Genus italicum, Stile Calvino, Storia europea della letteratura italiana e un volume di aforismi esistenziali, L’ultimo paradosso. Fra i suoi volumi di saggistica politica, Le due società. Ipotesi sulla crisi italiana e La guerra. Sulle forme attuali della convivenza umana. Per Laterza ha pubblicato, a cura di Simonetta Fiori, Il grande silenzio. Intervista sugli intellettuali. Tre i suoi precedenti libri di narrativa: L’alba di un mondo nuovo, Storie di animali e altri viventi e Assunta e Alessandro.
Dal 1979 al 1980 è stato deputato per il Partito Comunista Italiano.
Alberto Asor Rosa si è spento a Roma il 21 dicembre 2022, all’età di 89 anni. Viene ricordato come un critico e politico fuori dagli schemi, «non era catalogabile e gli piaceva, attribuiva questo suo destino al palindromo del cognome.» - la Repubblica.
«La verità è che l’uomo va a stare da morto esattamente come stava prima di nascere: la vita del singolo è un tragitto brevissimo tra due assenze.»