(Padova 1261 - Chioggia 1329) uomo politico e letterato italiano. Guelfo, intonò ai suoi ideali sia i trattati storici, sul modello di Livio (Historia augusta Henrici VII Caesaris, De gestis italicorum post Henricum VII Caesarem), sia i tre canti del poema in esametri De obsidione dominis Canis Grandis de Verona. La tragedia di struttura senechiana Ecerinis (contro Ezzelino da Romano), composta nel 1314 e subito notissima (procurò a M. l’incoronazione poetica nel 1315), unisce la sensibilità dello storiografo e quella del filologo (M. era infatti allievo di Lovato de’ Lovati e scrisse i dialoghi di argomento o tono senechiano Evidentia tragediarum Senecae, Contra casos fortuitos) e costituisce il primo esempio in Europa di tragedia modellata sui classici. Le 18 epistole in versi latini (d’incerta datazione, al pari delle altre opere) esprimono una passione politica forte e matura e impostano in una prospettiva preumanistica la difesa dello studio e dell’imitazione dei classici con argomenti che sarebbero stati ripresi da Petrarca e dagli umanisti.