Simone Adolphine Weil è stata una scrittrice francese. Di ricca famiglia ebraica che le impartì un’educazione raffinata e severa, fu allieva di Alain di cui subì profondamente l’influsso. Dopo essersi laureata in Filosofia all’École Normale Supérieure, insegna fra il 1931 e il 1938 nei licei di varie città di provincia. Nell’inverno del 1934 abbandona l’insegnamento per lavorare come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi (per poter “parlare della causa operaia con cognizione di causa”), lavorando nelle officine Renault come operaia per circa otto mesi. Testimonianza di questa esperienza, che ebbe gravi conseguenze per la sua salute, sono il diario e le lettere raccolte sotto il titolo La condizione operaia (La condition ouvrière, 1951).
Militante dell’estrema Sinistra rivoluzionaria, comunista antistalinista, partecipa alle Brigate Internazionali nella guerra civile spagnola.
Affetta da tubercolosi, muore nel sanatorio di Ashford il 24 agosto del 1943, all’età di soli 34 anni.
Le sue opere vengono pubblicate postume e iniziano ad essere tradotte in italiano nei primi anni Cinquanta.
La Weil sviluppò un suo pensiero religioso, vicino al cristianesimo, nutrito della tradizione greca e orientale e minacciato da un angoscioso agnosticismo. Tra le sue opere, per lo più di argomento etico, politico e religioso, pubblicate tutte postume, ricordiamo L’ombra e la grazia (La pesanteur et la grâce, 1947), Attesa di Dio (Attente de Dieu, 1950), La conoscenza soprannaturale (La connaissance surnaturelle, 1950), Lettera a un religioso (Lettre à un religieux, 1951), La Grecia e le intuizioni precri stiane (Intuitions pré-chrétiennes, 1951), Quaderni (Cahiers, 3 voll., 1951-56), La fonte greca (La source grecque, 1953), Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale (Oppression et liberté, 1955), sui problemi del marxismo.