Murasaki Shikibu è stata una scrittrice giapponese. Appartenente alla nobile famiglia dei Fujiwara, rimase precocemente vedova e, dopo un periodo di vita appartata, nel 1005 entrò a corte come dama di compagnia di Akiko, consorte principale dell’imperatore Ichijo. Poco prima della morte si ritirò a Kyoto, presso la residenza del padre. Scrisse numerose poesie, il Diario di Murasaki Shikibu (1008-10) e la Storia di Genji (Genji monogatari), il capolavoro della letteratura giapponese. Iniziato nel 1001 e completato nell’arco di circa cinque anni, è diviso in 54 capitoli, di cui la parte maggiore (1-41) narra la vita del principe Genji, chiamato anche Principe Splendente per la sua intelligenza, cultura e bellezza fisica; gli altri libri sono dedicati alla vita dei suoi eredi. La trama si fonda sulla fortuna mondana, la caduta, la risalita al potere e infine la morte del grande protagonista, a cui fanno cornice stupende figure femminili, tra le quali indimenticabili sono: Aoi, la moglie legittima; Fujitsubo, una concubina dell’imperatore, padre di Genji, amante anche di quest’ultimo a cui dà un figlio; Murasaki, la bellissima e sagace fanciulla allevata da Genji nel suo palazzo, che ne diventa la sposa e la cui morte affretterà la fine del principe. La prosa, molto scorrevole, è specchio, oltre che del temperamento riservato ma perspicace e forte di M., anche del suo penetrante spirito critico, volto a indagare e a descrivere realisticamente (per la prima volta nella letteratura giapponese) la delicata ed estetizzante società del tempo. Grandi scrittori giapponesi di ogni epoca si rivolsero alla Storia di Genji come fonte autentica d’ispirazione letteraria prettamente nazionale. Alcune tra le opere più conosciute del teatro no traggono il loro tema dal romanzo. La lingua è quella parlata all’epoca di M., divenuta assai presto inintelligibile, per le forti differenze createsi tra lingua parlata e lingua scritta, agli stessi giapponesi: la storia di Genji divenne così oggetto di commenti filologici che continuano tutt’oggi. Tra le versioni moderne più note sono quelle della poetessa Yosano Akiko (1878-1942) e di Tanizaki Jun’ichiro.