(Rochefort-sur-Mer 1850 - Hendaye 1923) scrittore francese. Ispirò la sua ricca produzione (quaranta volumi) per lo più alle proprie esperienze di viaggio (era ufficiale di marina), saldando i motivi autobiografici al gusto dell’intreccio avventuroso e della descrizione coloristica: Aziyadé (1879) ambientato a Costantinopoli, Il matrimonio di Loti (Le mariage de Loti, 1880) a Tahiti, La signora dei crisantemi (Madame Chrysanthème, 1887) in Giappone, Ramuntcho (1897) nei paesi baschi. Il suo capolavoro resta Pescatore d’Islanda (Pêcheur d’Islande, 1886), romanzo di vita bretone sul tema della lotta con il mare. La pubblicazione postuma, nel 1925, del suo Diario intimo, 1878-81 (Journal intime, 1878-81) ci offre la chiave per comprendere i caratteri dell’esotismo naturalistico di L.: una poetica della malinconia e della onnipresenza della morte, della irrimediabile solitudine dell’uomo, a cui si contrappongono disillusi tentativi di evasione in realtà diverse e fascinose, che confermano tuttavia inevitabilmente i limiti ineluttabili dell’avventura umana. Il linguaggio di L., semplice e diretto, compone paesaggi impressionistici di facile lettura. Fu proprio in ragione dello stile e della concezione del mondo che lo sottende che le opere di L. incontrarono il favore del pubblico francese in un clima di crisi dei valori borghesi tra positivismo e irrazionalismo, negli anni contraddittori della fine del secolo.