(Murten 1797 - Lützelflüh 1854) scrittore svizzero di lingua tedesca. Pastore protestante nel cantone di Berna, derivò lo pseudonimo con il quale è conosciuto dal nome del protagonista del suo primo romanzo, Lo specchio dei contadini ovvero la vita di Jeremias Gotthelf (Bauernspiegel oder Lebensgeschichte des Jeremias Gotthelf, 1837). A esso seguirono Gioie e dolori di un maestro di scuola (Leiden und Freuden eines Schulmeisters, 1838) e la raccolta di novelle Quadri e leggende della Svizzera (Bilder und Sagen aus der Schweiz, 1842-46). Con il racconto Il ragno nero (Die schwarze Spinne, 1842) e i romanzi Uli il servo (Uli der Knecht, 1846) e Uli il fittavolo (Uli der Pächter, 1849) diede alcune fra le opere più significative del realismo tedesco. Profondo conoscitore della gente di campagna, la rappresentò in quadri potenti, privi di sentimentalismi. Tipico, nei dialoghi, il frequente ricorso al dialetto. La forte intenzione pedagogica della sua narrativa è evidente nell’abbondanza di divagazioni morali o politiche e di simboli che alludono alla lotta fra forze divine e forze demoniache su uno sfondo mitico-arcaico. Tutti i libri di G. rispecchiano il suo conservatorismo, la sua fede in Dio, il suo rimpianto di una società patriarcale e virtuosa.